Il prossimo 10 giugno, giorno del keynote inaugurale della WWDC 2013, saranno passati 230 giorni dal 23 ottobre, data dell’ultimo Apple Event che ha introdotto il nuovo iPad mini e gli iMac di nuova generazione.
Ad aprile, occupandomi del problema, parlavo della possibilità che Apple stesse lavorando a qualcosa di grosso. Non ho cambiato parere, ma avuto tutti modo di constatare che un’assenza così lunga di novità ha provocato effetti “collaterali” da non sottovalutare.
Sono quasi 8 mesi “di siccità”, come scrive Henry Blodget su Business Insider, che hanno provocato, fra le altre cose, l’andamento scostante del titolo e che tradiscono, secondo Blodget, un grave errore di programmazione da parte del direttivo Apple.
Non sono completamente d’accordo sull’entità dell’errore. Indubbiamente qualcosa è andato storto, e lo stesso Cook ha ammesso che forse lanciare gli iMac dopo Natale sarebbe stato meglio (e avrebbe pure interrotto questa “pausa” forzosa.
Una delle cause di questo lunghissimo iato va ricercata però nel non facile riassetto dirigenziale che ha fatto seguito alla cacciata di Scott Forstall. Non è facile mescolare le carte dirigenziali, con tutti i cambiamenti gestionali che ne conseguono, e concentrarsi allo stesso tempo sulla finalizzazione di nuovi prodotti.
E’ più probabile che scientemente Apple abbia preferito aspettare per evitare di affrettare lanci che avrebbero potuto non andare per il verso giusto.
Blodget collega direttamente questa carenza di novità ad un andamento non particolarmente roseo del titolo Apple in borsa, ma è un salto rischioso, visto l’alta influenza che hanno ormai su AAPL le operazioni speculative dei grandi hedge fund. Per quanto le performance del titolo Apple appaiano sempre meno legate alla performance reale dell’azienda, una base di ragionevolezza in questa chiave di lettura è innegabile che ci sia.
La conclusione di Blodget è che questi 230 giorni di pausa forzosa siano frutto di un errore: nei mesi scorsi Apple avrebbe dovuto presentare un nuovo prodotto (Apple TV, iWatch), o introdurre almeno qualche novità, ma fattori non preventivati hanno precluso questa possibilità.
Io rimango del parere che ci siano state, indubbiamente, difficoltà sfociate nel cambio al vertice dello scorso autunno, ma credo anche che le novità in “preparazione” siano seriamente di rilievo, sia nell’ambito software che nell’ambito hardware.
Tim Cook non fa che ripetere che il suo ruolo fondamentale è quello di assicurarsi che i valori fondanti dell’azienda rimangano intatti. Uno dei valori su cui Steve Jobs non ha mai voluto transigere è che non importa aspettare un po’ di più a lanciare un nuovo prodotto, perché il successo arriverà proprio grazie al lungo lavoro di affinamento e di preparazione.
E’ questo il succo della questione: se Apple sta “ritardando” perché le novità in ballo sono grosse e succose, allora si rifarà con gli interessi del calo generalizzato di attenzione da parte degli utenti che ha caratterizzato questa lunga stagione di siccità.
I prossimi mesi del 2013, se qualcuno non l’avesse ancora capita, saranno la vera e definitiva prova del fuoco per Tim Cook e la sua squadra di dirigenti.
Andrea 03/06/2013 il 09:28
In fondo è meglio così: non ha senso lanciare a ripetizione nuovi prodotti o software se poi questi rivelano problemi anche banali.. senza contare che ciò ne riduce la longevità, dato che i grandi progetti e le grandi innovazioni richiedono un certo tempo per maturare..
Infatti, a mio parere questo è stato uno degli errori di Apple degli ultimi tempi: avvicinarsi troppo al modello “dell’usa e getta” dei concorrenti.. basti pensare ai bug che potevano risparmiarsi con Lion e ML.. e difatti parecchi utenti pro e di vecchia data non l’hanno presa poi così bene, tant’è che Apple stessa in qualche caso ha fortunatamente corretto la rotta.
L’importante è non esagerare come con il MacPro: o lo si toglie da listino o lo si mantiene aggiornato.. sempre secondo me..
massy 03/06/2013 il 14:52
@Andrea: concordo.. apple fa prodotti costosi e innovativi. Se sforna due o tre iphone all’anno nessuno li comprerà più perché appena comprato un modello si troveranno un telefono da oltre settecento euro svalutato. La forza di apple oltre che nella qualità e nella innovazione sta anche nel mantenimento del prezzo. Io ho un iphone 4 da tre anni ed è ancora funzionale e in vendita, così come l’imac che posseggo da 4 anni e mezzo ed è perfetto.. se ogni anno dovessi cambiarlo non avrebbe più senso acquistare prodotti apple.
Salsadiabli 03/06/2013 il 09:36
Chissà, every cloud has a silver lining. Visto che ormai esce uno smartphone o un tablet della concorrenza ogni due giorni, tenere botta per qualche tempo e annunciare novità davvero sostanziali tutte d’un colpo (inguaribilmente ottimista, lo so) potrebbe non essere una strategia sbagliata… se è vero che il vantaggio competitivo di Apple è la sua percepita diversità dal resto del settore, impelagarsi in continue presentazioni che si riducono a “Ecco, è un nuovo iPhone. È più sottile e il processore è più veloce, poi, ehm, basta. Poi c’è questo iPad un po’ più piccolo…” vuol dire appiattirsi. Soprattutto quando l’esposizione mediatica pretende sempre la notiziona da sparare a grossi caratteri in prima pagina. È il rovescio della medaglia. Per quanto mi riguarda, aspetterei volentieri altri sei mesi per iOs 7 se fosse *davvero* diverso, e non solo con l’interfaccia meno skeumorfica…