Giusto la settimana scorsa notavamo come il sentimento generale nei confronti di Apple, soprattutto da parte di Wall Street, continui a rimanere incredibilmente e costantemente negativo. Non c’è buona notizia che non possa immediatamente diventare una cattiva notizia. Se n’è accorto anche Bill Maher, comico e host di Real Time sulla rete HBO, che si chiede che cosa dovrebbe fare Apple per accontentare i media e gli investitori.
Maher cita esplicitamente i titoli di quattro grandi testate, tutti del genere “Apple è spacciata”.
Gizmodo si chiede se “Il titolo Apple potrà mai riprendersi senza Steve Jobs”, ignorando completamente il fatto che quando Steve era ancora vivo AAPL non raggiunse mai i livelli a cui si trova adesso.
Il Los Angeles Times parla del calo di interesse da parte degli investitori per il titolo Apple, quando è evidente che l’interesse è tutto tranne che calato, visto che le speculazioni che i grandi Hedge Fund hanno portato avanti durante il tracollo, soprattutto sui derivati di AAPL, indicano caso mai il contrario. Gli fa eco Fox News, con uno stranamente contenuto “Perché Apple è in sofferenza”.
“Cinque motivi per cui Apple è spacciata, spacciata, spacciata” è il titolo di un altro pezzo di ComputerWorld, che non merita altro commento, sia per l’impostazione sia perché stiamo parlando di ComputerWorld, una pubblicazione che a questo tipo di contenuti ormai ha sacrificato la propria vecchia rispettabilità.
“I loro schiavi riescono a malapena a tenere il passo con la domanda”, scherza Maher nel citare, a fronte del trimestre da 42 miliardi di fatturato, questa incomprensibile copertura giornalistica. E sbaglia, pure: il trimestre che Apple ha riportato è stato ancora migliore, perché il fatturato era di 54 miliardi, non 42.
“Mi state prendendo in giro?” continua il presentatore. “Voglio dire, ma cosa serve nell’attuale condizione economica per far contente le persone?”
Arianna Huffington prova a spiegare che il mercato funziona con un meccanismo di aspettativa, più che di constatazione dei risultati. Aspettativa degli investitori e degli analisti, ovviamente, per cui nessun fatturato multimiliardario sarà davvero mai abbastanza. Come se non fosse sufficiente questa insopportabile giustificazione di un meccanismo stupido e avaro, la Huffington ci regala anche una perla di ignoranza, spiegando con convinzione che è proprio per questo che Jeff Bezos ha deciso di ritirare Amazon dal Nasdaq. Si sbaglia, ovviamente, e confonde Bezos con Michael Dell. Speriamo che perlomeno per questo suo contributo non l’abbiano pagata, in cambio magari di un po’ di visibilità.
I commenti della Huffington e degli altri ospiti, spiega egregiamente un commentatore su Fortune, non fanno altro che confermare lo scollamento totale fra Wall Street e il resto del mondo:
“Questo è l’1% che manipola efficacemente il 89% della ricchezza in America. Il piccolo investitore Tizio Caio non può avere alcuna influenza sulle decisioni di quei pochi Fund Managers. E perciò nonostante Tizio faccia di tutto per supportare la sua scelta di aver acquistato azioni Apple, a meno che quei grandi Fund Managers non siano convinti allo stesso modo (e non lo sono) finirà per andare in perdita sul proprio investimento e non perché l’azienda abbia fallito in alcun modo”.