I conti di Apple non sono mai stati così sani. Le vendite vanno alla grande e i liquidi a disposizione dell’azienda crescono. Ma c’è un ma: buona parte dei profitti Apple avvengono ormai fuori dal suolo patrio e ingenti somme (miliardi e miliardi di dollari) sono “congelate” all’estero, in attesa di poter essere rimpatriate.
Il problema per cui quei soldi non tornano a casa? Semplice: il fatto che riportare negli U.S.A. quei capitali significherebbe versarne il 35% nelle casse dell’ufficio imposte. E’ per questa ragione che Apple e altre grandi aziende con sede negli U.S.A. (Cisco, Oracle e Pfizer fra le altre) starebbero premendo perché il governo approvi un periodo di “tax holiday” che consenta di riportare a casa i capitali versandone in tasse solamente il 5%.
La finestra di “amnistia” fiscale è uno dei tanti argomenti che il presidente Obama ha discusso con i maggiori rappresentanti dell’IT nella cena che si è tenuta giovedì scorso a San Francisco. Erano presenti fra gli altri anche Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Larry Ellison e il CEO di Intel Paul Otellini, che la Casa Bianca ha scelto come consulente per la creazione di nuovi posti di lavoro innovativi negli USA.
In questo contesto si inserisce la richiesta di “tax holiday”, che tuttavia è ad uno stadio preliminare, di progetto: la creazione di nuovi investimenti e di conseguenza nuovi posti di lavoro nell’ambito dell’innovazione negli Stati Uniti è lo scopo ultimo che potrebbe motivare un’operazione di siffatta portata.
Il piccolo problema è che un provvedimento di questo tipo è già stato preso nel 2004. Rientrarono allora circa 320 miliardi di dollari, ma il risultato dell’operazione non fu esattamente quello sperato, anche perché in un modo o nell’altro gran parte dei capitali finì nelle tasche degli investitori sotto-forma di dividendi. Imporre che i capitali rientrati vengano reinvestiti sull’azienda può essere semplice nel caso di Apple, per la quale non pagare i dividendi ma reinvestire e fare cassa è praticamente parte del credo aziendale, ma non lo è per molte altre aziende.
Intanto Intel, che però non rientrerebbe fra chi sta attivamente premendo per questo provvedimento, ha già promesso 6 miliardi di investimenti in stabilimenti di produzione americani che daranno lavoro ad almeno 6000 persone nel settore dell’edilizia e a 800 figure specializzate a tempo indeterminato.
L’azienda di Santa Clara ha già uno stabilimento in Oregon, quello di Hillsboro. E’ lì che venerdì scorso Obama ha incontrato il neo-consulente e CEO del gigante dei semiconduttori, Paul Otellini, durante il suo viaggio sulla Costa Ovest.
Fortune: Apple, Cisco, others organize for a tax holiday lobby
Picture Credits: AMagill
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