Apple ha da poco reso pubblica la dichiarazione 10-k per l’anno fiscale 2009. Nel documento, un modello che le grandi public company americane sono obbligate a consegnare alla S.E.C. ogni anno, si legge un consuntivo di 12 mesi di profitti e spese in quel di Cupertino.
Quello appena trascorso è stato un anno in cui ad Apple non sono mancati successi e vendite, nonostante il collasso dell’economia globale non promettesse nulla di buono. Nel 10-k di un anno fa i notabili di Cupertino annoveravano, fra i rischi per il futuro, proprio l’impatto di un meltdown finanziario di larga scala. Ma vediamo quali sono i passaggi più interessanti del documento 10-k per l’anno fiscale 2009.
Nel corso del 2009 Apple ha incassato 33,992 miliardi di dollari, quasi dieci miliardi in più rispetto al 2008, quando il fatturato ammontava a 24,490 miliardi di dollari. Le vendite nel mercato statunitense registrano un calo del 3%, mentre contano sempre di più i mercati esteri. Il margine lordo è destinato a scendere nel futuro a causa dell’abbassamento dei prezzi, dei costi delle materie prime e della logistica, ma l’aumento del fatturato compenserà questo trend.
A fronte di notevoli incassi non sono mancate anche uscite di un certo rilievo. Apple continua a spendere moltissimo in ricerca e sviluppo, seguendo di fatto la linea Obamiana (in tempi di crisi generale è d’obbligo investire ancora di più sull’innovazione): il settore R&D nel corso del 2009 ha assorbito risorse per 1,3 miliardi di dollari, vale a dire il 20% in più rispetto al 2008.
Ma non di sola ricerca vive Apple. Anche la pubblicità fa la sua parte. Gli ad della serie Get A Mac, il loro piazzamento, ma anche tutte le altre iniziative inerenti l’advertising sono costate ad Apple 501 milioni di dollari (15 milioni di dollari in più rispetto al 2008).
A tal proposito Philip E. DeWitt fa notare come Apple riesca ad ottenere il massimo da ogni singolo dollaro investito in pubblicità.
501 milioni di dollari sono una gran bella somma, ma riescono a “comprare” una visibilità che DELL, pur spendendo ben 811 milioni di dollari in advertising, non riesce neanche lontanamente ad eguagliare.
Spiccano fra le altre somme anche i 500 milioni di dollari versati a LG per l’acquisto di monitor LCD e un altro mezzo miliardo di dollari pagato a Toshiba per la fornitura di memorie flash.
Crollate invece per ragioni più che comprensibili le spese per l’operatività del Gulfstream di Steve Jobs, ovvero il Jet privato su cui viaggia il CEO a spese dell’azienda. Dagli 871.000$ del 2008 si passa ai 4.000$ di quest’anno. La ragione è da imputarsi ovviamente alle precarie condizioni di salute di El Jobso, che durante l’anno trascorso, fra assenza per malattia e successivo recupero, non ha praticamente mai volato per lavoro.
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Cazzarola 900000 dollari per volare.. Ma dove va, sulla luna?
@ Fabio:
Penso che far volare un jet privato non costi quanto prendere un aereo low cost :)