Quella di ieri è stata un’altra giornata nera per il titolo di Apple dopo il crollo delle quotazioni avvenuto lunedì. Alla chiusura dei mercati AAPL ha perso l’8,27% e adesso solamente dieci centesimi lo separano dalla pericolosa soglia psicologica dei 100$. La schizofrenia che ha assalito Wall Street non ha fatto danni solo in quel di Cupertino: Sun (-7,74%), RIM (-7,37%), Google (-5,16%) ed HP (-3,82%) sono solo alcuni dei titoli tecnologici del Nasdaq che ieri hanno vissuto un’altra giornata da dimenticare. Per i produttori di computer e dispositivi elettronici la causa scatenante di questo sensibile calo (oltre al maelström finanziario che sta per inghiottire il Nasdaq, è ovvio) è una ricerca di ChangeWave che mostra un drastico calo nelle intenzioni di acquisto di prodotti elettronici da parte dei consumatori americani.
Lo studio, secondo dinamiche ben note, ha convinto due importanti analisti a rivedere i propri rating al ribasso e modificando di conseguenza i prezzi obbiettivo per azione. L’effetto sugli investitori è stato immediato. Nelle giornate di martedì e mercoledì il titolo sembrava però aver guadagnato qualche punto insperato, per poi crollare ancora più in basso alla chiusura del giovedì. Ma quali sono le apocalittiche cifre dello studio di ChangeWave che, per dirla con P.De Witt di Fortune, ha squassato Apple?
Il dato più significativo è il calo nelle intenzioni di acquisto di computer Apple da parte dei 4262 potenziali utenti intervistati fra il 16 e il 26 di settembre. La percentuali, come si può notare dal grafico ad inizio post, sono le più basse da inizio anno. Tale dato è sì sconfortante, ma si inserisce in un quadro ben peggiore che mostra come nessuno nel settore se la passi meglio. Il 40% degli intervistati ha infatti affermato che spenderà meno in dispositivi elettronici nei prossimi 90 giorni (sotto). Il problema è che i prossimi tre mesi coincidono esattamente con il periodo pre-natalizio, da sempre Eldorado di incassi per i produttori di dispositivi elettronici.
Se confrontato con i picchi degli anni precedenti il dato mostra un quadro fin troppo chiaro: Apple quasi certamente non accuserà il colpo nel trimestre appena concluso (le vendite di iPhone e Mac sono andate alla grande negli ultimi tre mesi) ma la guidance per il prossimo quarter, ovvero la previsione delle vendite e degli introiti futuri, sarà sicuramente contenuta e decisamente più conservatrice delle già stringate guidance a cui Peter Oppenheimer ci ha abituato nel corso degli ultimi dodici mesi. Puntualmente dopo ogni annuncio di vendite record durante le conferenze stampa per la presentazione dei risultati fiscali il mercato ha risposto freddamente, spesso penalizzando Apple proprio in funzione delle previsioni troppo poco ottimistiche per Wall Street. Che succederà stavolta?
I grafici sono di proprietà di ChangeWave Research.
Se scende sotto i 100, stavolta compro le azioni. In periodi più floridi, sono sicuro che ci sarà un bel da guadagnare (così come è stato quando sono scese a 128$ dopo un pò che erano attorno ai 170, per poi risalire dopo un mesetto su quella cifra).
asd con i mercati in questa situazione io non comprerei niente di azioni perchè se si va avanti cosi fra poco collassa tutto
@ Marchello/Fire:
Rob ha ragione secondo me. Il fatto è che, come dicevo nell’articolo, bisogna aspettare i risultati fiscali del 21 ottobre. Se la guidance sarà conservativa, e lo sarà per forza perché Apple la stima anche su queste statistiche, non ci sarà un gran margine perché il titolo possa risalire… secondo me al momento è rischioso puntare. Poi ci sono giochi molto più ampi in corso. Apple è solo una goccia nel mare in tempesta. L’approvazione del piano Paulson è un’altra grande incognita…
L’unico che ci guadagnerà di sicuro, come al solito, è quel geniaccio di Warren Buffett…
Non sono un gran investitore, anzi. Però. La prima regola della borsa, banale quanto si vuole ma reale, è “comprare a poco e rivendere a molto”. Il cuore della questione è capire quando comprare.
Non so se rob abbia prospettato il collasso dei mercati finanziari (un pò radicale, direi), però il concetto di fondo è che apple, pur risentendo dello stato di crisi, non fa parte di quel settore finanziario che realmente rischia il collasso. Il piano Paulson è rivolto principalmente a stabilizzare il settore, anche per dare una mano a coloro che ormai (incluse le PMI americane) fanno un’estrema fatica ad avere accesso al credito. La situazione di liquidità attuale di Apple è tutt’altro che problematica (quindi può tranquillamente autofinanziarsi), ed inoltre non risentirà di problemi di produzione, per il fatto di poter contare su stabilimenti di produzione in asia.
E’ reale la crisi degli acquisti, che sicuramente metterà a prova le vendite hi-tech. Credo però che Apple possa reggere meglio di altri produttori proprio per la componente creativa dei propri prodotti, primi fra tutti i personal computer, che sta facendo da traino alle vendite e le sta aprendo quote di mercato (in prospettiva) significative anche fuori dal mercato statunitense. Ed è qui il discorso: la crisi delle vendite attuale può essere mitigata se si pensa all’espansione internazionale di Apple con i suoi prodotti, che erodendo quote di mercato ai competitor poi potrà espandersi in maniera più netta una volta passata la crisi (riportando quindi il prezzo per azione ai-o oltre- i livelli originali).
Quando ho scritto “in periodi più floridi” non mi riferivo al rivenderle tra un mese, bensì tra un anno o due, quando i segni di ripresa potrebbero essere netti rispetto alla recessione che ora si prospetta. Terrò d’occhio l’andamento delle AAPL: già mi sono morso le mani per non averle acquistate a $128 durante il drop che c’è stato a febbraio).
Ciao :)
Si chiude bottega?
Se continua così, tra poco steve jobs sarà un dipendente Microsoft.
Ah, ai consumatori americani forse qualcuno avrà detto che comprare a 1600 euro un rottame con processore a 2,8 giga e scheda video da 128 mega non è un grande affare.
per avere la stessa potenza di un mac in alternativa con un risparmio enorme si può optare per un computer clementoni