AAPL scende ancora, nonostante le rassicurazioni degli analisti

di Redazione 2

Dopo la “botta” del 7-8 novembre, quando il titolo Apple ha perso più di 20 punti ed ha toccato un -20% dal picco positivo del 21 settembre, AAPL non si è ancora ripreso.
Il mercato è ancora fortemente ribassista, con un unica sessione chiusa con un rialzo “sensibile”, venerdì scorso.
Ieri le azioni hanno toccato un nuovo minimo a 522,62$ per poi chiudere a 525,62$ (-2,10%). Il tutto nonostante i segnali positivi che arrivano dagli analisti e addirittura dagli speculatori che avevano fatto di tutto per abbattere il prezzo del titolo nelle scorse settimane.

Al secondo gruppo appartiene Doug Kass, un personaggio a dir poco dubbio e certamente con pochi scrupoli, che già citavo qualche giorno fa nel mio pezzo sul FUD che in questi giorni viene riversato a palate dai media su tutto ciò che ha una mela morsicata stampata sopra:

Doug Kass, ovvero l’hedge fund manager che un mese fa ha “distrutto” Apple con una serie di interventi velenosi che hanno seminato panico e insicurezza sul mercato e che nei giorni scorsi, con un candore coprofisiognomico (spero mi passiate il neologismo), ha annunciato la sua intenzione di ricomprare azioni Apple.

Per ora non è andata particolarmente bene neppure a Kass. La macchina che lui stesso ha contribuito a mettere in moto sta continuando a funzionare a pieno regime, mentre di “rimbalzi” significativi ancora non se ne è vista neppure l’ombra.

Il nuovo minimo di ieri, che ha spinto la capitalizzazione di mercato di AAPL sotto i 500 miliardi di dollari per la prima volta da maggio, è un chiaro esempio di come il sentimento generale sul titolo continui ad essere fortemente ribassista. E non possono nulla neppure le rassicurazioni degli analisti che reiterano i loro target price stellari.

Anche Katy Huberty di Morgan Stanley, le cui opinioni solitamente contano parecchio nell’impostare il trend del titolo, insiste su un target price annuale compreso fra 714$ e 910$. Insomma, i grandi nomi, sul lungo termine, ci credono ancora e invitano a crederci, soprattutto alla luce degli ottimi numeri di vendita dell’iPad mini e delle buone previsioni di vendita per iPhone 5 in questo trimestre natalizio.

E’ il breve termine il problema. E per giunta l’afflizione di un titolo che continua ad avere tutti i numeri per fare bene potrebbe essere fisiologica. E’ la teoria di Horace Dediu, che ha “graficato” una serie di situazioni analoghe a quelle attuali che si sono osservate nel corso degli ultimi 15 anni ed ha notato una curiosa correlazione fra periodi di mercato ribassista e successivo incremento del fatturato Apple.

La crescita che non è possibile prevedere è ciò che crea ricchezza, dice Dediu. Significa, in sostanza, che l’introduzione di nuovi prodotti e innovazioni che non si sa come verranno accolti è quello che ha garantito ad Apple dapprima una risposta negativa sui mercati e poi una risposta più che positiva da parte degli acquirenti, che comprano e generano un fatturato che testimonia il successo di quell’innovazione che generava “insicurezza” fino a quel momento.

“Quando la performance di Apple è prevedibile, il titolo si muove lentamente al rialzo,” aggiunge Dediu. “Quando la performance è imprevedibile le azioni scendono in maniera drammatica.
[…] Quando un prodotto viene capito le azioni sono relativamente desiderabili. Quando un prodotto nuovo arriva sul mercato l’orizzonte è nebuloso e le azioni sono indesiderabili”
.

Insomma chi fa davvero innovazione e rivoluziona interi settori, secondo questa visione, non si aspetta una risposta positiva immediata da Wall Street, che esprime per propria natura un sentimento fortemente conservatore e teme l’insicurezza del nuovo.
E alla fine tutto questo è quanto Steve Jobs sapeva da sempre. A lui della reazione del mercato importava ben poco, come testimonia una delle sue citazioni più famose: “manage the top line, and the bottom line will follow”.

Commenti (2)

  1. Pur avendo un P/E relativamente basso rispetto ad altri competitor il titolo valeva quanto il pil della Svizzera.
    Il FUD lo fanno tutti da sempre. Non lo scopriamo oggi.
    Anche il ribassista più esperto a forza di shortare resta con il cerino in mano e da quando il mondo è mondo gli economisti e gli analisti finanziari, tranne qualche RARISSIMA ed INASCOLTATA eccezione, non ne hanno mai azzeccata una (diversamente le crisi economiche avrebbero il preavvisto ed i correttivi dovuti).
    La crisi è oramai mondiale ed i prodotti Apple sono certamente ottimi ma decisamente troppo cari rispetto a quanto offrono concorrenti meno cool ma altrettanto funzionali.
    Questo hanno visto gli analisti e quindi scaricano ..perche a scaricare, con quei volumi, sono pesci grossi ….non piccoli azionisti come me che hanno comprato a 120 dollari e venduto il mese scorso.
    :-):-)
    Il prossimo anno quando il bollino blu coreano uscirà con i tablet “retina” e il S4 ….farà facilmente un macello…………..come tutte le aziende anche Apple avrà la sua parabola. Ipad mini è ….l’inizio. Ne parliamo tra un paio d’anni.

  2. Finalmente il ciclo si sta esaurendo. Così, forse, si tornerà ad innovare veramente.

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