Ieri il titolo di Cupertino ha chiuso in netto rialzo, dopo una buona giornata già prefigurata dalle forti movimentazioni a pochi secondi dalla chiusura del Nasdaq, martedì, e soprattutto dall’after hours dopo l’annuncio dei risultati finanziari. AAPL, ha registrato dunque un nuovo massimo storico a 446,66$ dollari, +6,24%. Il titolo ha aperto ancora più in alto e ha toccato il massimo assoluto di 454,45$, per poi declinare “dolcemente” verso una chiusura più che soddisfacente. Adesso solo 3 miliardi di dollari (415 contro 418 miliardi) separano il market cap di Apple da quello della più grande azienda statunitense, Exxon Mobil.
L’annuncio di ottime trimestrali da parte di Apple, con vendite, fatturato e profitti in perenne crescita, non è mai stato un sufficiente indicatore della risposta di Wall Street. E parrà strano, ma anche questa volta tale affermazione trova conferma.
Nel 2008, quando l’economia degli Stati Uniti sembrava prossima al collasso, non furono sufficienti gli ottimi risultati registrati dall’azienda trimestre dopo trimestre per salvaguardare AAPL dalla volatilità del mercato borsistico.
Le vera stoccata al titolo arrivò a settembre quando due analisti (Mike Abramsky di RBC e Kathrine Huberty di Morgan Stanley) decretarono un quasi inspiegabile downgrade di Apple, innescando una frenetica corsa alla vendita. Da lì a qualche mese Apple sarebbe scesa ancora più in basso, ben al di sotto della soglia psicologica dei 100$.
Anche il balzo di cui Apple ha goduto ieri è legato ad un meccanismo simile, ma di segno opposto. Martedì pomeriggio i maggiori analisti statunitensi, invece di fustigarsi per le loro pessime previsioni (tutte drasticamente al di sotto dei numeri reali) hanno pensato bene di salire sul carro del vincitore, con report entusiastici che, va detto, con questi toni e in questa quantità non si vedevano da tempo. In tanti, anche fra i più prudenti, non hanno potuto fare a meno di constatare l’evidenza e di renderne edotti i propri clienti: il Q1 12 è l’esordio di un 2012 stellare per Apple, con buona pace di chi dopo il buon Steve prevedeva solo il diluvio.
Il più esplicito è probabilmente Gene Munster di Piper Jaffray, che in una nota comunica il rialzo del suo prezzo obiettivo a 670$ e parla proprio di “2012 monstre” per l’azienda.
E non mancano nemmeno le due vecchie conoscenze. Mike Abramsky addirittura conia un neologismo (iDominance!) frutto dell’euforia, conferma la valutazione di outperform per il titolo e sposta l’asticella del prezzo obiettivo da 525$ a 600$. Katy Huberty, ovvero Morgan Stanley, è convinta che l’iPad 3 e l’iPhone 5 contribuiranno alla stabilità del trend positivo e alza il prezzo obiettivo a 515$.
Il 2008 è acqua passata (non per chi non ha comprato allora e si mangia un po’ le mani adesso). E AAPL s’impenna.
Fonte dati: Nasdaq.com
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