AAPL: due teorie sul calo delle ultime settimane

Venerdì scorso il titolo AAPL è arrivato a toccare un nuovo minimo a 505,75$, la quotazione più bassa degli ultimi 6 mesi, per chiudere poi in leggero rialzo a 527,68$.
La settimana scorsa parlavamo di come tutto il FUD diffuso in queste settimane possa aver contribuito ad un sentimento negativo generale nei confronti del titolo che ne ha determinato, almeno in parte, la discesa.
Ci sono però altre due teorie “illustri” su questo crollo di AAPL che indicano in ragioni di carattere prettamente fiscale i motivi di questo calo del titolo.

La prima teoria la esprime Doug Kass, quel dubbio personaggio che un mese fa si scagliava contro Apple decretandone il declino inesorabile per poi comprare AAPL la settimana scorsa, quando il titolo già aveva perso più del 20% rispetto al picco di fine settembre. E’ poco più di un rumor, però.

Secondo Kass la colpa del “crollo” è di chi gestisce i grandi hedge fund. La paura del fiscal cliff e dell’aumento delle tassazione sul capital gain sta facendo male ai mercati, come è naturale, ma sta colpendo in particolar modo Apple, uno dei titoli che i grandi fondi possono ancora vendere ricavandone notevole profitto. Da qui la scorsa allo scarico, per evitare una futura tassazione eccessiva dell’enorme gain sul titolo.

La seconda teoria, un po’ più tecnica e dettagliata, arriva invece dall’analista Jason Schwarz, il teorico della cosiddetta “fionda”, ovvero quella situazione in cui i grandi “player” del mercato tengono basso un titolo in modo da poterne accumulare grandi quantità in attesa del “rilascio dell’elastico” che spingerà di nuovo il titolo verso l’alto.

In un suo articolo pubblicato venerdì da Seeking Alpha, Schwarz spiega come “la fionda” non sia tanto frutto del FUD (come già si sapeva) quanto di un riequilibrio tecnico da parte dei grandi mutual fund, i fondi comuni di investimento.

Il succo è semplice: AAPL è un valore anomalo nelle statistiche dei grandi fondi. A settembre Apple segnava un +74% anno su anno. Alla luce di tale crescita i gestori dei fondi comuni, fondi pensionistici ed altre tipologie di fondi analoghi devono impostare necessariamente un riequilibrio per evitare che una simile performance da parte di un solo titolo possa scombussolare i loro modelli di rischio.

“Questa è la conseguenza involontaria dello status di Apple” scrive Schwarz, “il titolo più posseduto da parte di hedge fund, indici, fondi pensionistici e fondi comuni di investimento. Le fionde Apple e i grandi ‘sellof’ avvengono per colpa della forza del titolo, non per colpa della sua debolezza.”

Le prospettive secondo Schwarz sono positive, perché il round di sellof era legato alla necessità di riequilibrio in vista della conclusione dell’anno fiscale, lo scorso 31 ottobre.
Il titolo tornerà a crescere, e parecchio, dice l’analista, perché ora AAPL si trova in una congiuntura positiva quanto a bilanciamento fra domanda e offerta, con i grandi fondi che torneranno a comprare perché Apple può assicurare loro un incredibile boost ai livelli di crescita anno su anno.

Insomma: i grandi fondi si liberano del titolo nel momento in cui devono poter rientrare nei propri schemi statistici e quest’anno il contraccolpo è stato particolarmente forte per via dell’incredibile performance del titolo nel corso degli ultimi 12 mesi. Una teoria interessante che vedremo sicuramente messa alla prova nelle prossime settimane.

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6 commenti su “AAPL: due teorie sul calo delle ultime settimane”

  1. Mi sembrano due spiegazioni credibili anche se penso che tanti piccoli azionisti abbiano contribuito al “disastro” vendendo a seguito del prolungato trend negativo.

    Per quanto mi riguarda il test della solidità di Apple ci sarà alla fine di gennaio con la presentazione dei risultati fiscali del periodo natalizio. Lì si vedrà a che punto è la concorrenza, cioè Android.

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