Il primo weekend di proiezione del film JOBS, la biopic sulla vita del co-fondatore Apple con Ashton Kutcher, è stato un mezzo disastro.
I critici hanno stroncato un film che definiscono blando, superficiale e incapace di cogliere la complessità del personaggio che aspirava a ritrarre in maniera fin troppo fedele grazie alla somiglianza fra Kutcher e il giovane Jobs. Il pubblico non premia la pellicola, che incassa molto meno di quanto preventivato in questi primi giorni di proiezione. E anche Woz cala il carico e conferma l’opinione diffusa: JOBS è un film mediocre.
L’insuccesso presso i critici è esplicato in maniera esaustiva da quel 25% raccolto su Rotten Tomatoes: JOBS ottiene una media del 5 scarso nelle recensioni e alcuni fra i Top Critics aggregati dal sito non tengono di certo a freno il pungiglione.
Manohla Dargis, sul New York Times, aveva già detto la sua con una recensione seguita all’anteprima che parlava chiaro fin dall’incipit: “Steve Jobs sarebbe andato su tutte le furie se avesse saputo che il nuovo film sulla sua vita ha lo stesso sex-appeal di una presentazione PowerPoint”.
Quasi tutti i critici condividono, in ogni caso, un’analisi di fondo: la maglia nera spetta certamente alla scrittura. Joshua Michael Stern ha sceneggiato una storia che sullo schermo risulta superficiale e ne è venuto fuori un film incapace di cogliere le complessità e le sfumature dell’uomo di cui vorrebbe raccontare fedelmente la vita.
La performance di Kutcher, apprezzata da alcuni, aborrita da altri, è probabilmente ciò che salva il film da una votazione ancora più bassa, nonostante la superficialità di un’interpretazione “imitativa” più che “interpretativa” alla lunga, secondo i critici, è più una debolezza che un punto di forza.
Tanto che Lou Loumenick del New York Post scrive che “la performance di Kutcher, come il film, è tutta superficie”.
Se i critici disprezzano, il pubblico non mostra la volontà di contraddirli più di tanto. Il film, in questo primo weekend nelle sale americane, ha incassato solamente 6,7 milioni di dollari, mentre la distribuzione se ne aspettava almeno 8 o 9.
Va considerato, però, che JOBS è un film a basso costo, girato con 12 milioni di dollari. Arrivare almeno a pareggio è un’impresa decisamente fattibile, nonostante critica e pubblico non mostrino un’apprezzamento diffuso.
Il sigillo alla stroncatura di JOBS arriva però direttamente da chi ha vissuto in prima persona la storia che il film ispira a raccontare. Steve Wozniak, in un’intervista a Bloomberg, afferma che il film ha praticamente “cannato” l’intera storia della fondazione di Apple e si spinge anche oltre, affermando che la biopic dipinge Jobs come un messia, capace di sistemare tutto e tutti con una semplice idea. La realtà fu molto diversa, dice il co-fondatore Apple.
Woz non si trattiene dal dipingere in maniera piuttosto negativa anche la figura di Steve, come se ci fosse sempre qualche piccolo rancore mai sopito del tutto che oggi continua a venire fuori.
Quanto alla stroncatura del film, basta confrontare il Woz dell’epoca e quello interpretato da Josh Gad nel film: anche io sarei abbastanza arrabbiato per un simile “ritratto” caricaturale e assai poco fedele.
Confermo. Ero alla prima qui a San Francisco il 16/8. Mi aspettavo di più. Decisamente.