iWatch, più bio-sensore che orologio interattivo?

Chi si ricorda i rumor, molto vaghi, che precedettero il lancio dell’iPhone nel 2007 e il lancio dell’iPad nel 2010 probabilmente non faticherà a notare qualche somiglianza con la ridda di speculazioni che si stanno accumulando sulla natura dell’iWatch.
Dopo l’approvazione del brevetto che sembra indicare nel Liquidmetal il materiale con cui Apple realizzerà il nuovo prodotto, ora 9to5 Mac tira un po’ le fila della faccenda e sostiene, citando fonti anonime, che l’iWatch sarà più simile al Jawbone Up o al Fuel Band di Nike che non al Pebble Watch ed altri dispositivi simili.

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In sostanza, Apple starebbe puntando molto su biosensori per un progetto più orientato al fitness e alla biometria che non alla semplice gestione remota del proprio smartphone.
Tim Cook è convinto sostenitore di questa direzione e nella sua duplice posizione di CEO Apple e membro del CdA Nike ha più volte espresso apprezzamento per il lavoro svolto dall’azienda con il Fuel Band.

A dirigere tutta l’operazione Top Secret sarebbe il SVP Bob Mansfield, che dopo un “quasi pensionamento” nel giugno del 2012 ha accettato di rimanere alla Apple altri due anni, con una mansione oscura e non meglio precisata di responsabile delle “tecnologie”.

Secondo le fonti di 9to5 Mac Kevin Lynch, l’ex CTO di Adobe che Apple ha assunto qualche mese fa, avrebbe invece il compito di supervisionare lo sviluppo e l’integrazione software del progetto. Al suo fianco, con compiti differenti, il Vice Presidente James Foster, che si occupa più degli aspetti di progettazione del dispositivo. Partecipano al progetto, con la consueta segretezza, anche alcuni membri dei team di Jony Ive, Craig Federighi e Dan Riccio.

Il team creato per lavorare al nuovo dispositivo comprende molti degli ingegneri che hanno dato il loro contributo alla creazione dei numerosi modelli di iPod. Ma non è tutto, perché proprio come avvenne per la realizzazione dell’iPhone, Mansfield, Lynch e Foster avrebbero messo insieme un gruppo di esperti di batterie ed efficienza energetica, ricollocando ingegneri dai team più disparati. Anche il know-how che Apple ha ottenuto dall’acquisizione di Autentech, lo scorso anno, sarebbe funzionale alla progettazione del nuovo prodotto.

L'iWatch secondo Martin Hajek
L’iWatch secondo Martin Hajek

Ma ad indicare davvero che la direzione potrebbe essere quella di un dispositivo che faccia ampio uso di sensori biometrici sarebbero una serie di acquisizioni di talenti da aziende chiave del settore biomedico. AccuVein, C8 Medisensors e Senseonics sono fra le aziende che, secondo quanto scrive 9to5 Mac, avrebbero “perso” talenti assunti da Apple proprio per lavorare al nuovo progetto.

C’è infine un’ultimo segnale che potrebbe far pensare ad un iWatch in stile Fuel Band. Jay Blahnik, esperto di fitness che ha lavorato per la Nike alla realizzazione del prodotto, pare che sia stato assunto proprio da Apple. E non va dimenticata neppure la “curiosa” assunzione del CEO di Yves Saint Laurent Paul Deneve, esperto di marketing per prodotti di lusso in ambito fashion che potrebbe occuparsi, a questo punto, degli aspetti più commerciali del prodotto.

1 commento su “iWatch, più bio-sensore che orologio interattivo?”

  1. Contenti loro.
    Comunque uno smartwatch può essere tutto o niente, dipende da scelte progettuali, non è che può essere solo una cosa o solo un’altra.

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