Lo scorso anno, in un pessimo periodo mediatico legato soprattutto agli stabilimenti Foxconn che assemblano (tra gli altri) anche i prodotti di Apple, la compagnia di Cupertino si è trovata costretta a condividere apertamente le informazioni riguardanti la sicurezza dei lavoratori negli stabilimenti cinesi che collaborano con Apple.
Cupertino ha pubblicato anche un codice di condotta che si impegna a seguire. In questo documento, Apple spiega che farà di tutto per non fare lavorare più di 60 ore alla settimana i dipendenti dei suoi clienti (sono permessi solo straordinari su richiesta nei periodi caldi dell’anno, ovvero durante la produzione delle scorte di iDevice necessarie a sopportare la richiesta natalizia o il lancio di un nuovo prodotto la cui domanda è particolarmente alta).
Durante il 2012 Apple è riuscita a far rispettare queste regole al 97% dei dipendenti nel corso dei mesi di luglio e agosto, prima di vedere una caduta a causa degli straordinari di cui parlavamo un attimo fa. Ora, per il mese di gennaio 2013, Apple ha raggiunto un nuovo risultato:
Il numero di lavoratori che abbiamo tracciato è cresciuto dagli oltre 500 000 del gennaio 2012 al milione del gennaio 2013. Nel gennaio 2013 abbiamo fatto rispettare al 99% dei dipendenti che teniamo sotto controllo la regola delle 60 ore massime di lavoro settimanale.
Il dato viene raggiunto mentre Apple sta finalmente riuscendo a fornire senza ritardi due prodotti lanciati ancora svariati mesi fa ma la cui richiesta è tutt’ora intensa: iMac e iPad mini.
Foxconn, di recente, ha diminuito le nuove assunzioni. Pare infatti che molti dipendenti preferiscano restare con la compagnia. E mentre si potrebbe pensare che questi controlli di Apple abbiano giocato un ruolo nel migliorare la vita dei dipendenti cinesi, dall’altro lato Reuters aveva intervistato lo scorso marzo diversi di questi dipendenti che si erano detti preoccupati del fatto di non potere più lavorare facendo straordinari come in precedenza.
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