Jony Ive e l’importanza del nome di un prodotto

Può un nome condizionare la percezione di un prodotto nella sua fase di sviluppo?
Secondo Jony Ive, capo del design e “depositario della visione post-Jobsiana” di Apple, la risposta a tale interrogativo è certamente positiva.
Lo ha rivelato un interessante passaggio di un’intervista che Ive ha concesso a Blue Peter, un noto programma per bambini della BBC che va in onda da più di 50 anni.

jony ive blue peter

Ne avevamo già parlato qualche giorno fa, in occasione di un primo spezzone che Blue Peter aveva fatto circolare in anticipo sulla messa in onda della puntata. Il conduttore del programma televisivo aveva incontrato Ive nei laboratori di Cupertino per conferirgli il Blue Peter Badge in oro, una vera e proprio onorificenza che Jony ha accettato con una punta di commozione.

Ad Ive sono stati mostrati alcuni “progetti” per uno zaino con astuccio e lunch-box (la scatola per il pranzo) integrati, realizzati dai piccoli spettatori di Blue Peter. Ive li ha osservati e commentati con attenzione, lasciando trapelare questa indicazione sulla strategia che utilizza Apple nell’affrontare il design di un nuovo prodotto:

“Se stessimo pensando ad una scatola per il pranzo, dovremmo stare attenti a non utilizzare la parola ‘scatola’ per non avere una serie di idee già ristrette. Perché scatola fa pensare ad una forma quadrata o ad un cubo. E quindi siamo spesso attenti alle parole che usiamo perché in qualche modo posso determinare il percorso che seguiremo.”

Il passaggio citato inizia al minuto 2:25

Come fa giustamente notare Mark Gurman su 9to5 Mac basta sostituire “scatola” con “orologio” per adattare questa visione alla lunga filza di rumor delle ultime settimane. In sostanza, per realizzare un iWatch, Sir Jony e i suoi designer eviterebbero in prima istanza di chiamare “watch” il prodotto.

Non è un mistero che la scelta di un nome di battesimo per un nuovo prodotto Apple spesso è demandato alla divisione marketing di Phil Schiller, che analizza il problema sotto altra luce e da una prospettiva differente. Quel che serve ai designer è invece una tabula rasa e qualche significante pro-tempore per riuscire ad indicare i vari prototipi realizzati durante il lungo percorso alla ricerca del significato definitivo.

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