Google si trova a dover affrontare un’altro scottante caso riguardante la privacy dei suoi clienti. Per non rischiare di mettere a repentaglio la propria immagine di fronte ai milioni di utenti Android, Google ha contattato anche una giornalista di News.com.au, chiedendole di abbassare i toni in un articolo riguardante la compagnia di Mountain View.
La questione è nata la scorsa settimana. Dan Nolan, sviluppatore di app per Google Play, ha reso noto che Google invia agli sviluppatori i dati personali degli acquirenti delle app. L’acquisto di software su Google Play viene infatti trattato come una transazione tramite Google Wallet, e questo significa che allo sviluppatore sono consegnati i dati del pagamento e del pagante.
La notizia è stata ripresa da diverse testate. Tra questa anche News.com.au, che ha pubblicato un articolo intitolato originariamente: “Enorme falla di sicurezza di Google mette i dettagli degli utenti nelle mani di tutti”. Nell’articolo era spiegato come qualsiasi sviluppatore avrebbe potuto accedere ai dati personali dei suoi acquirenti, non solo per lamentarsi con questi se avessero lasciato commenti negativi o chiesto un rimborso delle app, come paventato inizialmente da Nolan, ma anche e soprattutto per il rischio di una violazione della privacy. Nolan, contattato da News.com.au, ha commentato spiegando che uno sviluppatore potrebbe comodamente vendere le informazioni personali a chiunque, considerato che in nessun contratto legato allo store digitale di Google si fa riferimento all’invio di dati personali agli sviluppatori.
Gogole, che ovviamente tiene monitorata la rete per questo genere di notizie, ha contattato News.com.au, chiedendo alla giornalista Claire Porter di cambiare il titolo dell’articolo, la descrizione SEO e l’apertura del testo per evitare di utilizzare il termine falla:
Sembra che un sistema disegnato per condividere le informazioni personali degli utenti con gli sviluppatori senza che questi lo sappiano o abbiano acconsentito non sia considerata una falla. […] Non c’è ragione per cui gli sviluppatori dovrebbero avere questi dati. Se Google vuole condividere questi dati deve essere assolutamente trasparente fin dal primo momento. Speriamo che la situazione si risolva”.
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