Lunedì Akamai ha pubblicato il suo “State of the Internet Report”, una relazione statistica sulla popolarità dei maggiori browser durante il terzo trimestre solare del 2012.
I risultati sono particolarmente interessanti per quanto riguarda l’utilizzo dei browser per dispositivi mobili per la navigazione in rete, poiché quella che viene fornita è un analisi valida per valutare i pattern di utilizzo dei principali OS per smartphone e tablet.
I dati relativi al periodo giugno settembre 2012 danno Safari Mobile, ovvero iOS, al 60% per gli accessi da qualsiasi tipo di network (wi-fi o rete cellulare). I browser webkit per Android si piazzano solo al 23%.
Il quadro cambia totalmente se si tolgono i network wi-fi dall’equazione e si considerano solamente gli accessi da rete mobile: i browser webkit per Android in quel caso passano in leggero vantaggio, al 37,6%, contro il 35,2% di Safari Mobile.
I dati per l’ultimo trimestre del 2012, disponibili per la consultazione sulla piattaforma sperimentale Akamai IO, sono più o meno simili:
- Accessi da tutte le reti: iOS al 58,7%, Android al 21,7%
- Accessi da rete mobile: Android al 35,3%, iOS al 32,6%
Come sempre in questi casi vanno messi in conto alcuni fattori che possono condizionare la statistica. In questo caso l’ampiezza del campione, vista la quantità di richieste HTTP che i server di Akamai macinano ogni secondo, non è in discussione. C’è da considerare invece la natura USA-centrica dei valori, visto che la maggior parte dei clienti Akamai sono aziende e media groups statunitensi.
Altro aspetto che potrebbe essere utile mettere in conto per prendere con un grano di sale questi dati sono i numeri tutt’altro che trascurabili di Opera Mini, disponibile sia per iOS che per Android.
Se l’intenzione è quella di trovare un vincitore in un arena ancora in costante evoluzione questi indicatori non sono quindi particolarmente d’aiuto.
L’unica cosa che si evince è la totale superiorità dell’iPad rispetto alla concorrenza dei tablet Android.
La possibile spiegazione di questa discrepanza fra i dati relativi alle connessioni su rete cellulare e network wi-fi sta infatti nell’uso massiccio che viene fatto dei tablet (Apple, ma non solo) in casa e più in generale nei luoghi in cui è disponibile una rete senza fili.
A corroborare questa impressione sono anche i numeri di adozione delle più recenti versioni dei sistemi operativi mobile da parte degli utenti.
Da una parte c’è Apple, con il suo 60% di dispositivi già “convertiti” ad iOS 6, ovvero il più recente degli iOS disponibili.
Dall’altra Google, con Android 2.2 Froyo e 2.3 Gingerbread che sono ancora installati sul 56,6% dei dispositivi.
Il primo Android ottimizzato per i tablet, Honeycomb, fa marcare un misero 1,5%. Ice Cream Sandwich (Android 4.0) è al 29,1% mentre Jellybean (4.1 e 4.2) è installato nel complesso sul 10,2% dei dispositivi.*
In entrambi i casi i numeri di adozione sono globali, ma sono dati che dicono poco, in ogni caso, sulla penetrazione totale dei due sistemi e sull’effettivo market share che si può loro attribuire.
Dicono però una cosa ben precisa: non è un mistero che gli sviluppatori, indipendentemente dal market share, preferiscano ancora il mercato iOS alla complicata frammentazione (di dispositivi e sistemi) che caratterizza Android.
(*) – Dati ufficiali Google basati sull’accesso a Google Play in un periodo di 14 giorni terminato il 3 gennaio 2013.