Dagli articoli all’app di successo: la storia di Bob Tedeschi

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Una storia di quelle che fanno sorridere per l’originalità della vicenda, più simile a quella narrata in un libro che altro: è questa la vicenda narrata dal The New York Post riguardo Bob Tedeschi, formalmente giornalista del New York Times, che avrebbe sviluppato “in incognito” un’applicazione per iOS.

Bob Tedeschi, corrispondente per il NYT fino allo scorso Giugno, era specializzato nella redazione di articoli riguardanti il mondo delle app. Ebbene, sarebbe proprio lui l’autore di una delle applicazioni che al momento riscuote più successo sullo Store, ovvero “Bobo Explores Light“, applicazione per iPad che è stata premiata anche da Apple con un Design Award (più un’altra serie di premi).

Tedeschi ha assunto per il progetto lo pseudonimo di Craig Fusco, al fine di non permettere ad Apple di concedergli nessun trattamento di favore o meno. In un’intervista rilasciata recentemente, sembrerebbe che la causa del suo spostamento editoriale nel The New York Times sarebbe arrivata dopo aver raccontato ai colleghi il successo della sua iniziativa.

Il successo [dell’applicazione] mi ha davvero sorpreso” ha raccontato poi Tedeschi al New York Post, riferendo che il suo contatto presso Apple era rimasto “senza parole” quando gli aveva rivelato chi c’era effettivamente dietro il progetto “Bobo”.

Lanciata nel Settembre del 2011, Bobo ha raggiunto il primo posto in classifica della categoria “Istruzione” in 12 Paesi, riscuotendo un grandissimo successo. Al momento l’applicazione è in vendita ad un prezzo di 4,49 euro (nel Giugno del 2012 ha ricevuto un aggiornamento, passando alla versione 2.0).
“Bobo Explores Light” è un libro educativo interattivo, definito dagli sviluppatori come un piccolo museo della scienza su iPad; adatto ai bambini dai 4 ai 12 anni, guida il “visitatore virtuale” alla scoperta dei segreti della luce, spiegando i fenomeni che ci circondano (la percezione dei cologi, gli ologrammi, il colore del cielo, e così via).

E Tedeschi? A quanto pare, sarebbe stato il board direttivo del New York Times a spingerlo ad abbandonare la sua rubrica tecnologica “Gadgetwise” a causa del conflitto d’interessi che ne poteva derivare visto il successo della sua applicazione; ora Bob Tedeschi, dopo il grande successo di “Bobo”, è finito infatti a scrivere di giardinaggio.

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