Per la prima volta da febbraio 2012 il titolo Apple ha chiuso ieri sotto i 500$, a 485,92$, con un calo di 3,15 punti percentuali.
Un martedì nero che segue un lunedì dalle tinte altrettanto fosche. Tutto è riconducibile ad un solo, singolo evento scatenante: il report che il Wall Street Journal ha pubblicato ieri l’altro secondo cui un taglio agli ordini degli schermi dell’iPhone 5 presupporrebbe un netto crollo della domanda per l’ultima versione del melafonino.
Le smentite e le “chiamate alla ragione” da parte di analisti e commentatori che criticano esplicitamente l’operazione del WSJ non sono servite a nulla e Wall Street ha continuato a reagire “di pancia”.
Con un articolo pubblicato su Forbes Mark Rogowsky ha provato a spiegare perché, a suo dire, il Wall Street Journal avrebbe fatto un vero e proprio pasticcio nel riportare la notizia del taglio degli ordini.
Il succo è questo: Nikkei, da cui arrivava la notizia originale su cui poi il Wall Street Journal ha basato la propria “esclusiva” (così la chiamavano), parlava di un taglio ad un ordine per 65 milioni di schermi complessivi (da varie aziende) nel trimestre gennaio-marzo.
Si tratta dunque di un ordine che appare spropositato a chiunque si occupi anche solo lontanamente di questioni Apple. Un simile ordine per il secondo trimestre dell’anno fiscale, se confermato, è ovviamente un esagerazione; un “taglio” ad un simile numero è più che comprensibile nell’ottica delle vendite “normali” del Q2.
Le previsioni degli analisti per il Q1 2013, il primo trimestre fiscale dell’anno che comprende i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2012 (e dunque le vacanze natalizie) si attestano all’incirca sui 49/50 milioni di iPhone venduti. Si può supporre che in quel totale gli iPhone 5 siano fra i 35 e i 40 milioni, stando larghi.
Ora, se quello è il numero di iPhone 5 che Apple potrebbe aver venduto negli scorsi mesi, a ridosso delle vacanze di Natale e dunque nel periodo più redditizio dell’anno, chi si azzarderebbe a pensare che nel corso del prossimo trimestre solare Apple possa mai venderne altrettanti?
E chi, in quel caso, può pensare che un taglio ad un ordine preventivo di 65 milioni di schermi non sia la risposta naturale ad un riassestamento produttivo legato alla stagionalità del prodotto?
I giornalisti del Wall Street Journal, ecco chi. Il piccolo problema è che se fosse stato il Digitimes o qualche altra minuscola pubblicazione asiatica a lanciare un simile vaticinio, nessuno ci avrebbe fatto caso.
La notizia aveva tutta la potenza che la corazzata WSJ poteva offrire (tanto che la news ha fatto il giro delle prime pagine online delle versioni globali del giornale) ed ecco che il mercato ha reagito senza ascoltare altra campana che quella, assordante, del colosso mediatico.
Se vi state chiedendo perché Apple non abbia reagito pubblicamente con una smentita o un altro intervento che potesse mettere al sicuro i propri investitori, ecco la risposta: perché una regola non scritta suggerisce alle aziende pubbliche di non dire assolutamente nulla che possa infastidire la SEC e in qualche modo influenzare il mercato nei trenta giorni che precedono l’annuncio di una trimestrale.
Il risultato di questo gioco mediatico è sotto gli occhi di tutti. E gli investitori fanno bene ad essere arrabbiati, per non dire quell’altra parola che inizia per inc e finisce per azzati.
Se il report del Wall Street Journal si rivelerà per quello che, sotto molti punti di vista, sembra essere, ovvero una boutade finalizzata ad alimentare l’ego dei giornalisti che hanno fatto “lo scoop” e macinare milioni e milioni di page views, avremo assistito ancora una volta, completamente inermi, ad una manipolazione del mercato contro cui la SEC e tantomeno gli investitori non possono nulla. Per la gioia dei trader di opzioni con l’occhio lungo, degli short-seller e dei manager degli Hedge Fund che si godranno il loro bell’effetto fionda nel corso delle prossime settimane.
Un giorno Cook disse: useremo la nostra enorme liquidità per ricomprare una parte di azioni. Da quel giorno le azioni scesero di 200$. Casualità?
Proprio ieri, guardando i grafici che tu stesso hai messo nel post dedicato al Q1 2013, non capivo davvero come Apple (???) fosse arrivata a prevedere di vendere 65 milioni di iPhone nel Q2!! Mah…
Sarei anche d’accordo con te Camillo: una manipolazione, seppur da parte del WSJ, uno degli organi semi-ufficiali di Cupertino!
Poi però vedo che:
1) Sono ormai già 4 mesi che AAPL è in trend negativo!
2) I cambi al vertice sono stati consistenti e a quanto pare continuano (proprio oggi la notizia che lascia il anche numero 2 degli Apple Store)
e penso… che si stiano addensando fin troppe nubi all’orizzonte?