Compagnie come Flextronics International Ltd, fondata nella Silicon Valley nel 1969 ma attualmente con sede a Singapore, e Jabil Circuit, dimostrano che non sia conveniente mantenere la propria compagnia negli Stati Uniti. Spiega Daryanan che l’azienda, già fornitrice di Apple, si sta ora concentrando sulla specifica produzione di un numero ristretto di macchine per strutture ospedaliere e, nell’ambito consumer, su dispositivi di alta qualità, sui quali l’intervento di un ingegnere può essere un grande contributo.
Se compagnie come queste cercano di fuggire dagli Stati Uniti, un portavoce di Foxconn ha confermato proprio negli scorsi giorni l’interesse del produttore di aprire altri stabilimenti sul suolo americano, anche negli USA. È probabile, considerata la lunga relazione e il rapporto che lega Apple ad Hon Hai, che Foxconn possa continuare a produrre i prodotti di Apple anche sul suolo americano nei prossimi mesi grazie a stabilimenti di piccole dimensioni con sede a Houston, in Texas, a Industry, in California, e a Indianapolis, in Indiana.
Apple ha confermato proprio questa settimana l’intenzione di spendere 100 milioni di di dollari per spostare la produzione dei Mac sul suolo statunitense nel corso del prossimo anno. Tim Cook ha spiegato, durante la sua intervista rilasciata ad NBC, che i progetti per questa operazione erano in cantiere da anni: “Avremmo potuto spostare rapidamente la catena di assemblaggio negli Stati Uniti, ma ci è servito più tempo perché avevamo intenzione di fare qualcosa di più sostanziale”.
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