Apple pubblica il Form 10-K 2012, con tante informazioni interessanti

Apple ha pubblicato ieri il form 10-K 2012, il documento fiscale indirizzato alla SEC con cui le Public Company statunitensi riferiscono all’organo di vigilanza spese, ricavi, proprietà, cambiamenti degli assetti societari e tutto ciò che un’azienda quotata in borsa deve far conoscere pubblicamente agli investitori.
Il Form 10-K Apple di quest’anno fiscale 2012 (che si è chiuso con settembre) è ricco di dettagli fiscali ma contiene anche diversi elementi di interesse generale.

Nel suo complesso il documento è testimonianza di un anno di grandi successi e di crescita notevole: nelle vendite, nel fatturato ma anche nel numero di dipendenti e di Store aperti.

MacRumors ha riassunto alcuni dei dati più interessanti e @setteB.IT su Twitter ha provveduto a spulciare ulteriormente il documento, estraendo ancora altre informazioni.
Di seguito riassumiamo alcuni dei passaggi più importanti.

I dipendenti full-time equivalenti (un conteggio che somma i dipendenti part-time per ottenere un numero figurato di “unità full-time”) sono 72.800 nel mondo. L’anno scorso erano 64.000. Di questi 42.400 sono impiegati nel settore Retail. L’anno scorso erano 36.000.

Il numero di Apple Store aperti è passato dai 357 della fine del 2011 fiscale ai 390 di questa fine del 2012. Ognuno di questi Store ha incassato una media di 52,5 milioni di dollari. Nonostante il numero più alto di Store potrebbe contribuire a diluire la media, la crescita del fatturato totale è stata talmente alta che anche l’incasso medio per Store è salito dai 43,3 milioni di un anno fa.
Le previsioni per il 2013 parlano di 30/35 nuovi Store, di cui il 75% apriranno fuori dai confini USA.

Il fatturato Apple del 2012 è stato di 156,5 miliardi di dollari, con profitti per 41,7 miliardi. Il fatturato nel 2011 era di 108,2 miliardi e l’utile ammontava a 25,9 miliardi.

Molto bene le vendite dei Mac, con 18,2 milioni di computer venduti. E’ un +9% anno su anno in un momento in cui il mercato PC continua ad osservare una generale contrazione. In ogni caso il Mac perde terreno, come comprensibili, rispetto all’importanza sul fatturato complessivo, al quale ha contribuito per il 15% (era il 20% nel 2011).

Le vendite iPhone sono cresciute del 73% anno su anno. Sono 125 milioni i melafonini venduti nel corso degli ultimi 12 mesi (fiscali). Ben diversa l’importanza dell’iPhone sul fatturato complessivo: conta per il 51%.
Interessante notare che Apple parla di due principali clienti che contano per il 14% e per il 10% delle vendite totali. Potrebbero essere i due carrier USA che da Apple acquistano direttamente gli iPhone (poi rivenduti con abbonamento ai clienti).

Per quanto riguarda l’iPad, questi sono i dati: 58,3 milioni di unità vendute (+80%) e un’importanza sul fattura decisamente superiore a quella del Mac: l’iPad porta il 21% degli incassi.

Sempre più marginale l’apporto dell’iPod che invece conta per il 4% del fatturato e le cui vendite calano del 17%. E c’è un sorpasso storico, perché i servizi online (prodotti di vario genere e vendite di iTunes e App Store), da sempre strumento per favorire l’acquisto dell’hardware, con i loro 8,5 miliardi di fatturato (+35%) contano ora per il 5% del fatturato totale.

I “soldi” in cassa alla fine del FY 2012 sono 121,3 miliardi di dollari. Apple li userà per continuare a ricomprare azioni per un totale di 10 miliardi in tre anni e per pagare ancora dividendi trimestrali anche nell’anno fiscale 2013.
La pressione fiscale per Cupertino è stata di quelle a cui un imprenditore italiano può aspirare solamente nei propri sogni più arditi: 25,2%.

Al capitolo spese vanno segnalati i 4,4 miliardi spesi da Apple in affitti, molti dei quali per gli Apple Store. 1 miliardo tondo è finito in pubblicità, erano 933 milioni nel 2011 e 691 nel 2010.
Le spese preventivate per i componenti critici sono già previste e Apple assicura di essersi tutelato con contratti di fornitura fino al 2022.

La data del “licenziamento” di Scott Forstall è il 29 ottobre 2012. Coincide con la data del comunicato con cui la decisione è stata resa pubblica. Da allora fino al 2013 Forstall rimarrà nelle veci di consulente per il CEO, che l’aziendalese per “non lo facciamo di certo andare da nessuna parte per un bel po’ di tempo, con tutto quel che sa”.

– Un dettaglio, infine, su cui gli analisti sicuramente ricameranno molto: il gross margin per Apple nel 2012 fiscale è stato del 43,9% (in crescita rispetto al 2011). Nel 2013 scenderà invece al 36%, con ogni probabilità per il margine ridotto sull’iPad mini, di cui evidentemente Apple conta di vendere milioni di esemplari. O almeno abbastanza da abbassare il margine complessivo. Il che ovviamente non sarà un problema a fronte di un fatturato drasticamente superiore.

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