Il Chromebook che voleva essere un MacBook Air

Possiamo dire quello che vogliamo sul modo in cui Samsung ha copiato iPhone, iPad e altri prodotti Apple, ma una cosa è certa: è una strategia che ha pagato.
Mentre Nokia si scava una fossa sempre più profonda e altri produttori non tirano fuori mezzo centesimo di profitti dal mercato degli smartphone, Apple e Samsung si spartiscono la torta.
Una strategia che, devono aver pensato a Seul, può funzionare anche per altri prodotti. Il nuovo Chromebook svelato ieri da Google è un altro fulgido esempio di questo Samsung pensiero.

Il nuovo piccolo portatile da 11,6 pollici (stessa dimensione del MacBook Air entry-level) monta un processore Samsung Exynos 5250 dual-core, ovvero un processore da smartphone, più che da portatile,  e grazie al core ARM Cortex-A15 può far girare video a 1080p. Almeno sulla carta, visto che le prime recensioni parlano di notevole lentezza di un dispositivo che non è pensato certamente per i power user.

Il prezzo è in linea con quello che ci si può aspettare da simili caratteristiche: 249$. Il “pacchetto” che si compra con così poco non è detto che li valga però, visto che praticamente quel che si ottiene è un computerino sotto-potenziato capace soltanto di aprire un browser (è di fondo il concetto del Chrome OS) e di accedere ai servizi Google. Un buon ferma-carte se non c’è una Wi-Fi disponibile. Però 100GB di memoria online su Google Drive sono inclusi nel prezzo.

Inutile insistere sulle caratteristiche: confesso che l’unico motivo per il quale sto parlando di questa sottospecie di portatile era sottolineare che, ancora una volta, Samsung insiste sulla stessa linea, tirando fuori un prodotto in tutto e per tutto “simile” ad un dispositivo Apple di successo. E non è la prima volta anche in questo campo. Ricordate il Chrome Box con lo stesso design del MacMini?

La domanda è: perché? Per quale motivo abbassarsi senza alcuna vergogna al pari dei produttori cinesi di knock-off? Davvero non esiste altro design per un portatile leggero da 11,6 pollici che non sia quello del MacBook Air? La risposta di Samsung potrebbe però lasciare tutti di stucco: non abbiamo copiato Apple, ci siamo copiati da soli! Ma a quel punto la proprietà transitiva non lascerebbe loro alcuno specchio su cui arrampicarsi.

9 commenti su “Il Chromebook che voleva essere un MacBook Air”

    • @jack:
      scusa che giudici?? Solo la corte britannica ha emesso questa sentenza, alla quale Apple sta (giustamente) facendo appello.. diamo a Cesare quello che è di Cesare…

    • @roro_ch: Miiiiiiiiiii… Ma leggi prima di rispondere????? Nel primo post ho scritto i giudici “INGLESI” e nel secondo, in risposta a K3K, ho spiegato come fosse ironico. Bisogna avere gli occhi foderati di prosciutto per emettere una sentenza del genere, arrivata dopo, peraltro, che gli stessi avvocati shamesung (<— ironia…) si sono dimostrati incapaci di distinguere un tablet dei loro stessi assistiti da un iPad..

  1. geon ha detto:

    non e’ del tutto vero che e’ solo un fermacarte se non c’e’ wi-fi disponibile…

    geon ha detto:
    hahahhahahaahah

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  2. Io non comprero’ mai un Chromeook, ma non e’ affatto vero che funzionino solo se hanno la rete. Possono lavorare anche in locale.

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    • @Paolo:
      Certo, “fermacarte” era ovviamente un’iperbole. Il concetto è che questo è oggettivamente un computer fatto per stare in rete, perché punta tutto su funzioni per le quali la rete è necessaria. Ora, sicuramente qualcosa ci fai anche in locale, ma è pur vero che il grosso dello Storage, tanto per dire, è un Google Drive, quindi se hai li dei file che ti servono per compilare, che ne so, un qualche tipo di report in un foglio di calcolo, tanti auguri a recuperarli.
      Questo era il concetto ;)

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