Foxconn: operai in rivolta bloccano la fabbrica di Taiyuan

Foxconn ha da poco concluso una giornata da dimenticare. La compagnia che, tra gli altri, produce iPhone ha infatti ospitato una rivolta nella fabbrica di Taiyuan, in Cina. L’azienda ha dovuto bloccare la produzione per indagare sull’avvenuto.

Non è ancora chiara la ragione della rivolta. Alcune fonti sostengono che la rabbia dei 2000 dipendenti sarebbe nata da ragioni personali, mentre altri parlano di maltrattamenti da parte di una delle guardie della fabbrica. A riportare la notizia è Reuters, che scrive: “Non è chiaro per quanto tempo la fabbrica, che dà lavoro a 79 000 persone nella città cinese di Taiyuan, dovrà rimanere chiusa, mentre la polizia e i dirigenti della compagnia investigano sulle cause dell’accaduto“.

Louis Woo, portavoce di Foxconn, ha commentato: “La fabbrica rimarrà chiusa una giornata per le indagini”. Gli ingenti danni della rivolta sono documentati in alcune immagini pubblicate da M.I.C. Gadget. Negli scatti è possibile vedere vetrine distrutte e un’automobile ribaltata.

La questione rimane ancora molto oscura. Delle voci sostengono che la linea di produzione di iPhone 5 potrebbe essere stata danneggiata durante le rivolte, ma non si tratta di fonti confermate. Un rapporto pubblicato nelle scorse settimane aveva indicato che proprio la fabbrica di Taiyuan avesse un ruolo fondamentale nella produzione del nuovo iPhone e del pannello metallico posteriore che ne compone la scocca. Il rallentamento nella produzione a Taiyuan potrebbe aver ripercussioni anche sulla vendita del nuovo smartphone di Cupertino, che in questi giorni si prepara a raggiungere nuovi paesi.

In un successivo aggiornamento CNET ha riportato una dichiarazione di Foxconn in cui viene annunciato che la produzione è già ricominciata, e che nessuno ha perso la vita durante le rivolte. Secondo i giornali locali si registrano comunque una quarantina di feriti.

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