iPad mini, il pezzo con il prezzo mancante

Nonostante l’imminente lancio di OS X Mountain Lion (e i possibili aggiornamenti hardware che l’accompagneranno) si continua a parlare con insistenza dell’iPad mini. Sempre rumors, certo, ma con un grado di “specificità” raramente osservato in passato. E se lo scetticismo è ancora una buona strategia, gli indizi a favore di una simile “mossa” sono sempre di più. Un’interessante analisi di Ryan Jones ora offre anche una plausibile giustificazione “economica”.

Il grafico qui sopra si spiega praticamente da solo. Durante una passata conference call Tim Cook fu abbastanza chiaro sulla questione prezzi: “una cosa che cercheremo sicuramente di fare sempre è non lasciare agli altri un price umbrella”.

Un “price umbrella”, letteralmente “ombrello dei prezzi”, si verifica quando un’azienda dominante in un settore offre una gamma di prodotti ricompresi in una fascia di prezzo alta, che permette alla concorrenza di inserire prodotti analoghi nelle fasce inferiori.

Se è vero che Apple non commercializza prodotti a partire da ragioni di natura meramente economica e non differenzia una gamma semplicemente perché “può farlo”, è pure vero che almeno in altre due occasioni c’è stata una cosciente ricerca di una soluzione al problema del price umbrella.

Come mostrato dal grafico, basta dare un’occhiata al line-up degli iPod e dell’iPhone. Due strategie diverse per ottenere il medesimo risultato: nel primo caso, l’immissione sul mercato di nuove linee che coprono ogni opzione di prezzo e la subsidization attraverso i carrier.
Nel secondo l’offerta di hardware più datato a prezzi drasticamente ridotti, con una differenziazione che potremmo definire evolutiva.

Per l’iPad, fa quindi notare Jones, manca ancora una vera soluzione al problema del “price umbrella” che, aggiungo io, è strettamente legato alla commoditization del prodotto, ovvero quel processo naturale del mercato per cui un bene “distinguibile” per attributi e unicità (l’iPod nel 2003, l’iPhone nel 2007, l’iPad nel 2010) diventa gradualmente semplice esemplare di una categoria di prodotti.

Nel caso dell’iPad la “strategia iPhone” (offrire sul mercato il prodotto più “anziano” ad un prezzo inferiore) è già stata attuata con l’iPad 2 a 399$. Ma non basta, perché la fascia 0$-399$, fino ad un anno fa impossibile da coprire se non con una perdita netta da parte del produttore, comincia a diventare accessibile.

Le due strategie rimaste sono la subsidization (come per lo smartphone che negli States si compra necessariamente con un contratto) o l’introduzione di una nuova linea di hardware.

Nel caso dell’iPad tutte e due le scelte sono possibili, fa notare Jones. Tuttavia, aggiungo ancora, i numeri parlano chiaro: i carrier fanno molta fatica a vendere i tablet. Non sono telefoni e il pubblico lo capisce. Legarsi ad un contratto per un dispositivo come l’iPad (o come i tablet della concorrenza) è una pratica dallo scarsissimo appeal.

La conclusione naturale (che ovviamente non è confermata, ma continua ogni giorno a diventare più probabile) è l’introduzione di un nuovo modello ( o di un paio di nuovi modelli, differenziati sulla base della capacità), ad un prezzo in grado di competere con il Nexus 7 e con il Kindle Fire, superiore a livello hardware e di offerta di contenuti e soprattutto in grado di garantire ancora un margine, cui Google e Amazon hanno rinunciato pur di offrire il proprio hardware a basso prezzo.

6 commenti su “iPad mini, il pezzo con il prezzo mancante”

  1. Secondo l’analisi l’iPad mini dovrebbe avere un prezzo massimo di 299$, a metà tra l’iPod touch (199$) e l’iPad 2 (399$). Essendo un nuovo prodotto sarebbe augurabile che avesse il display retina (compreso sia nel nuovo iPad che nell’iPod Touch) e processori, ram, fotocamera, ecc. adeguati ad un prodotto in uscita per la fine del 2012 perché non credo che Apple si faccia un autogol producendo un prodotto con hardware datato. Siamo quindi sicuri che un iPad con caratteristiche simili al nuovo iPad retina e con schermo circa il 20% più piccolo possa costare così tanto di meno? A mio giudizio toglierebbe tanto mercato all’iPad e all’iPod touch e con margini di guadagno molto più bassi. Se Apple deciderà di inserire questo “mini iPad” secondo me il prezzo sarà molto più elevato e forse allineato a quello dell’iPad 2 (399$).

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  2. Ma la zona rimasta scoperta non potrà essere coperta in gran perte dall’iPad 2 quando uscirà la quarta generazione di iPad?

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    • @Michele:

      Si, è appunto una delle possibili strategie, già in parte avviata, ma potrebbe non essere sufficientemente rapida (l’iPhone del resto ci ha messo quasi 4 anni) in un mercato che dà l’impressione di essere molto più veloce a crescere rispetto ad altri.

    • @Michele:
      Sì è possibile, ma bisogna vedere se
      1) ci sarà ancora disponibilità dell’hardware dell’iPad 2 (soprattutto per i componenti prodotti da terzi come lo schermo non retina, non più usato nei nuovi dispositivi mobili)
      2) che l’hardware sia sufficientemente veloce per le nuove versioni di iOS (bisogna pensare a iOS 7 dato che si parla del 2013)
      3) i margini di guadagno con la riduzione di prezzo saranno ancora interessanti per Apple.

  3. Secondo me questa tabella è ingannevole perché non considera il successo di ogni singolo dispositivo ma solo il prezzo!
    Se fosse incluso (ma non so se Apple rende noto questi dati) anche il numero di dispositivi venduti eventuali “buchi” nell’offerta sarebbero più evidenti e soprattutto più credibili!

    Per esempio quanti iPhone 3GS (locked) rispetto ad un più performante iPhone 4S (locked)?
    Oppure, quanti sono coloro che hanno acquistato un iPad 2 WiFi (16 GB) invece che un modello un pò più costoso?

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