Eugene Kaspersky, iOS e la sicurezza come terrorismo psicologico

Il malware inevitabilmente si insinuerà dentro iOS e per Apple sarà il disastro. La colpa di tale disastro ricadrà allora sull’azienda, che ad oggi non ha ancora permesso la realizzazione di software antivirus per la propria piattaforma mobile.
No, non è l’ultima trovata di un commentatore anti-Apple particolarmente incline al trolling, ma il parere “autorevole” che Eugene Kaspersky, fondatore di Kaspersky Lab, ha espresso in un’intervista rilasciata all’edizione australiana di The Register.
Lo abbiamo chiamato parere ma avremmo fatto meglio ad utilizzare un altro termine, molto più pregnante: terrorismo psicologico.

Le prime avvisaglie di questo attacco a Cupertino da parte di Kaspersky le avevamo già notate qualche giorno fa, quando il CTO della firm di sicurezza russa aveva parlato (e poi smentito) di una presunta richiesta di collaborazione da parte di Apple. Collaborazione in realtà totalmente inesistente, da tradursi unicamente come “interesse morboso da parte di Kaspersky verso l’unica piattaforma intrinsecamente sicura su cui la firm non può installare i propri software succhia risorse”.

E attenzione, perché a parlare di intrinseca sicurezza non sono io, ma proprio Eugene Kaspersky che per giustificare le proprie affermazioni – iOS sarà travolto da un’ondata di malware – è ricorso a delle ipotesi che definire arzigogolate è un eufemismo.
La piattaforma iOS, dice il magnate russo, è effettivamente più sicura di tutte le altre, ma i creatori di malware sapranno introdursi lo stesso “iniettando codice negli applicativi approvati legalmente”.

Ci chiediamo a questo punto se Kaspersky abbia davvero presente il funzionamento di iOS e se sia a conoscenza del sistema di sandboxing attivo sui dispositivi mobili Apple o se sappia che esiste un meccanismo di approvazione preventiva delle applicazioni associato a sistemi di disinstallazione e revoca dei certificati necessari perché un’app funzioni.
Poiché la risposta alle precedenti domande retoriche non può essere che sì, è evidente che l’intenzione di Kaspersky è quella di confondere le idee agli utenti e di instillare in loro un senso di insicurezza che non ha ragione di esistere.
Non che il sistema Apple non abbia delle lacune, ci mancherebbe, ma lo scenario prospettato da Kaspersky la dice più lunga sulla sua frustrazione che sul reale futuro che si para dinnanzi all’ecosistema mobile di Cupertino.

Lo scopo di una simile sortita, del resto, non è neppure troppo celato, visto che Kaspersky lo ammette: il problema è che Apple non permette lo sviluppo dell’unica tipologia di software che la sua azienda può vendere: gli antivirus. Ergo, Kaspersky non sopporta di dover rinunciare a un mercato composto da milioni di potenziali clienti che non saprebbero comunque che farsene dei suoi applicativi.
Anche perché, somma ironia, per permettere a un software antivirus possa funzionare su iPad e iPhone, Apple dovrebbe consentire un accesso sistemico alle risorse dei dispositivi aprendo di fatto le porte ad un rischio di sicurezza che adesso, per la natura chiusa dell’ecosistema iOS, è totalmente inesistente.

[via TNW]

6 commenti su “Eugene Kaspersky, iOS e la sicurezza come terrorismo psicologico”

  1. L’ultima frase riassume bene il concetto! Allo stato attuale cosa può controllare un software antivirus in un iPhone/iPad dato che sarebbe comunque chiuso in una sandbox?

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  2. secondo me invece i virus cominceranno a diffondersi proprio quando gli antivirus avranno accesso alla piattaforma…

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  3. Perché invece lui e la sua inventiva non produce un antivirus a monte per app store, intendo, se lui ritiene si poter creare un antivirus così serio da poter individuare all’interno di app codice malevolo, utilizzando risorse di un idevice, perché non utilizza lo stesso algoritmo per creare un revisore automatizzato per le approvazioni in app store? Sicuramente avrebbe a disposizione più risorse cpu e RAM. Quando quello si dimostrerà migliore di quello Apple lo vende a royalty ad Apple. In fondo alla descrizione di un app in AppStore ci sarà “verified by Karsperski”. È troppo?

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