L’odore che si sprigiona dalla scatola di un Mac o di un iPad appena aperta è praticamente sempre uguale. Un mix dolciastro di plastica, alluminio, residui innocui (si spera) dei solventi industriali utilizzati per la pulizia dell’alluminio e del vetro, la lontana fragranza dei componenti elettronici interni. E’ un’informazione sensoriale complessa, quella che riceviamo.
Quell’odore è talmente distintivo che un collettivo composto da tre artisti australiani uniti sotto il nome di Greatest Hits si è riproposto di sintetizzarlo, commissionando la realizzazione di un aroma che ne riproduca le caratteristiche organolettiche. Il “profumo di MacBook Pro” verrà diffuso nell’aria durante la mostra De Facto Standard che il collettivo inaugurerà il 20 aprile a Melbourne.
In un primo momento ho pensato che la storia potesse essere una bufala, o magari una divertente macchinazione artistica. Ma a suggerire che non siamo di fronte ad un pesce di aprile in ritardo è il fatto che il terzetto australiano abbia chiesto davvero alla Air Aroma, azienda specializzata nel campo dello scent marketing, di creare la particolare fragranza.
Ad ulteriore riconferma, un post sul blog aziendale della compagnia che descrive alcuni passaggi dell’operazione:
“La fragranza richiesta dal nostro cliente era abbastanza insolita e dunque abbiamo contatta i nostri fornitori di aromi nel sud della Francia perché ci inviassero campioni di fragranze di colla, plastica, gomma e carta. I designer di fragranze di Air Aroma hanno poi utilizzato questi campioni come ingredienti per la creazione di una gamma di mescolanze distintive.”
Dopo il procedimento di individuazione della giusta composizione la scelta finale è ricaduta su quella che rispecchiava più da vicino l’odore originale. Ai Mac Addict più sfegatati che già si sono messi in fila da Sephora dispiacerà sapere che “Eau de Mac Unboxing” non verrà mai commercializzata, ma sarà utilizzata solamente per la mostra che il collettivo Greatest Hits ha organizzato presso gli spazi dell’organizzazione artistica West Space di Melbourne.
L’odore, o se preferite “il profumo”, di un Mac nuovo appena scartato è come quello di un auto nuova: da un punto di vista chimico è frutto della mescolanza di molecole sintetiche che in un altro contesto saremmo spinti a identificare come “puzzolenti”. Associato all’apertura della scatola, al rumore della plastica trasparente protettiva che avvolge il Mac, alla vista di un nuovo Mac scintillante che esce dal suo guscio, l’odore diventa piacevole, perché nella nostra mente si fa segnale olfattivo dell’appagamento di un desiderio di consumo.
Guardatelo sotto questo punto di vista e il “giochino artistico” del collettivo australiano mostrerà una discreta valenza concettuale.
[via 9to5Mac]