U.S.A: il 32% degli acquirenti PC vuole un Mac

Secondo un nuovo sondaggio condotto da ChangeWave Research su un campione di 4000 intervistati, i consumatori americani che hanno intenzione di comprare un computer Apple, preferendolo a qualsiasi altro brand del settore, sono sempre di più. Il 32% del campione ha affermato di aver intenzione di acquistare un Mac nel corso dei prossimi 90 giorni; al secondo posto troviamo DELL che ha raccolto le preferenze del 28% degli intervistati.

Sempre secondo la ricerca, Apple è l’unica azienda produttrice per la quale le intenzioni di acquisto misurate dal sondaggio sono salite rispetto agli studi simili condotte nei mesi scorsi. Tutte le altre aziende del settore hanno perso punti percentuali rispetto ai risultati precedenti mostrando come Apple paia essere una delle poche società del settore realmente “a prova di recessione“.

Gli esperti di ChangeWave Research parlano apertamente di “iPhone Halo Effect“: il nuovo melafonino avrebbe funzionato egregiamente come ponte per “influenzare” positivamente un numero sempre maggiore di utenti convincendoli a compiere il fatidico switch verso i computer della mela. Alla base di questa crescita c’è anche un altro importante aspetto, ovvero le alte percentuali positive raggiunte da Apple nei test di Customer Satisfaction.

In un sondaggio di questo genere condotto da Changewave ad agosto, l’81% di coloro che aveva acquistato un Mac nei 90 giorni precedenti si è detto “molto soddisfatto“. Alla medesima domanda hanno risposto “very satisfied” il 58% degli acquirenti DELL, il 57% degli utenti HP, il 53% degli acquirenti Acer e il 48% di coloro che hanno acquistato un Lenovo. Aggiungiamo che l’influenza negativa di Vista, a nostro parere un elemento non trascurabile, andrebbe in qualche modo quantificata in questo tipo di sondaggi. Inserire una domanda che faccia capire quanto l’insoddisfazione degli utenti del S.O. di Microsoft contribuisca attivamente alla migrazione di un numero sempre maggiori di utenti sarebbe molto utile, soprattutto per convincere i marketers di Microsoft che anziché ingaggiare Seinfeld a Redmond dovrebbero accelerare i tempi e anticipare il lancio di Windows 7.