Dopo una corsa durata una settimana, con massimi storici e assoluti stabiliti a ripetizione, ieri AAPL ce l’ha fatta. Per la prima volta in assoluto il titolo di Cupertino ha superato i 500$ di quotazione, chiudendo a 502,60$ e arrivando a toccare la vetta dei 503,83$ per azione durante le contrattazioni di ieri.
La seduta del lunedì è iniziata nel migliore dei modi, con il titolo che ha aperto a 499,74$ e poco dopo ha sfondato la soglia psicologica dei 500$.
L’andamento è stato leggermente altalenante per il resto della giornata, con il titolo che è tornato sotto i 500$ per un po’ per poi risalire e chiudere con i valori attuali.
Il raggiungimento della soglia dei 500$ è stato preannunciato più volte dagli analisti indipendenti (anche se qualcuno, come Andy Zaky) sospettava che Apple avrebbe tagliato il traguardo prima, a fine 2011. Gli analisti delle grandi firm, in compenso, quelli con il peggior track record possibile quando si tratta di previsioni sul titolo Apple, continuano a mantenere prezzi obiettivo ridicolmente bassi (i 515$ di Kathy Huberty di Morgan Stanley sono a questo punto una specie di barzelletta).
Nell’aria si respira una certa attesa per un sell-off che preceda una nuova crescita a seguito dell’annuncio di iPad 3.
Tuttavia la finestra temporale per un simile evento si sta accorciando, se diamo ascolto alle indiscrezioni (fondate) che indicano la prima settimana di marzo come papabile per un evento di lancio del nuovo tablet. Per di più la soglia dei 500$, se consolidata nelle prossime sedute, può tenere e stabilizzarsi come nuova base per una crescita ulteriore.
Prima di concludere non possiamo esimerci dal giochino del “mangiamoci le mani”: se il 12 febbraio 2010 (AAPL a 200,38$) aveste speso in azioni Apple i 2000$ che avete messo in un iMac ora vi ritrovereste con poco più di 5000$. Se li aveste investiti il 14 febbraio 2011 (AAPL a 359,18$), invece di regalare un MacBook Pro alla vostra/o fidanzata/o, adesso ne avreste circa 2800$. Se volete farvi del male, calcolate il mancato guadagno per non averne investiti 10.000 nel 2008, a novembre, quando in pieno isterismo post Lehman Brothers il titolo AAPL era sceso fino a 80$ per azione.
Qualsiasi riferimento autobiografico è puramente casuale.