Google, Apple e gli altri alla guerra dei patent: quali saranno le prossime mosse?

Nella sua invettiva contro i concorrenti di Google rei di essersi accordati e di aver soffiato a Big G i brevetti di Nortel, il capo dell’ufficio legale di Big G, David Drummond, ha scritto qualcosa su cui riflettere: il valore della proprietà intellettuale si sta gonfiando oltre misura.
E’ vero, ma quello che non ha detto è che Google è uno dei soggetti che ha attivamente favorito una situazione come questa, che alla fine ha portato ad un risultato indiretto alquanto clamoroso come l’acquisizione di Motorola. Per prendersi l’azienda e soprattutto il suo preziosissimo parco brevetti, Big G sgancerà la bellezza di 12,5 miliardi di dollari (un valore decisamente gonfiato per un’azienda in rosso e con non pochi problemi), ovvero più del profitto incassato nel corso dell’ultimo anno (circa 8 miliardi). Una mossa che certi osservatori giudicano intelligente e coraggiosa ma che ha invece tutta l’aria di essere affrettata e dettata dalla necessità.
Lo scenario adesso si complica e non è facile capire quali saranno le prossime mosse dei grandi avversari. L’impressione è che la fase di studio, fatta di cause parallele fra Apple, Microsoft e i produttori di dispositivi Android, sia quasi al termine e che si prepari uno scontro termonucleare finale. L’altra ipotesi è che i brevetti possano efficacemente funzionare da deterrenti reciproci e che si sfoci in una sorta di guerra fredda conveniente per tutte le parti in causa.

Per quanto la posizione di Apple sia buona dal punto di vista della proprietà intellettuale non è da escludere qualche altra acquisizione di brevetti o addirittura qualche ulteriore accordo con alcuni nemici storici per un vicendevole licenziamento di brevetti utili a proteggersi dal nemico di tutti: Google.

Secondo l’analista Peter Mysek Apple potrebbe ad esempio siglare un accordo con Nokia o R.I.M per garantirsi l’usufrutto di brevetti delle altre due potenze del settore e proteggersi dai circa 500 brevetti di proprietà di Motorola che potrebbero giocare un ruolo chiave nello scontro con Google nell’ambito delle tecnologie di telecomunicazione 3G e 4G.
Google ha sempre sostenuto di aver bisogno di acquisire brevetti per proteggersi dalla belligeranza dei propri concorrenti, ma nulla vieta che il portfolio di Motorola possa essere utilizzato anche per sferrare un attacco o un contrattacco. Vista la coerenza di certe affermazioni di Google in passato non ci stupiremmo neppure di un “attacco preventivo” di Bushana memoria. Anche perché Larry Page sa di essere in una posizione tutt’altro che favorevole: certe email saltate fuori nella causa con Oracle sull’uso di Java in Android hanno dimostrato come all’interno della divisione di sviluppo di Android il tentativo di aggirare brevetti altrui e la loro infrazione consapevole fossero pratiche note.

Nel frattempo rimane sul piatto un boccone assai conteso, ovvero il pacchetto brevetti di InterDigital, che a questo punto sembra destinato a finire nelle grinfie di chi se lo può permettere, vale a dire l’insolito sodalizio Cupertino-Redmond e galoppini connessi. Google proverà comunque a puntare nell’asta per InterDigital? E se ci proverà, proverò di nuovo a far vedere quanto è intelligente proponendo cifre estratte da costanti matematiche famose (come i 3,14 miliardi circa proposti nell’asta Nortel) o affronterà con maggiore serietà un problema che minaccia di minare alla base Android?

Quanto all’acquisizione di Motorola, come ho scritto poco sopra l’impressione è quella di una scelta carica di implicazioni dettata in grossa parte dalla necessità. C’è senza dubbio da lodare il grande coraggio di Larry Page, che ha scelto con rapidità una strada costosa ma percorribile. Non credo che Eric Schmidt avrebbe avuto gli attributi per un’operazione del genere. Ma c’è un problema: Motorola non apporterà soltanto un rafforzamento sensibile per il parco brevetti, ma porta con sé anche parecchie implicazioni importanti.
Ecco alcuni punti sparsi, più che altro questioni di non facile soluzione che sarà interessante vedere che piega forniranno all’intera faccenda:

  • Con Motorola Google ha acquisito uno dei più importanti produttori di hardware “Android”. Come verranno influenzati i rapporti con gli altri partners come Samsung e HTC?
  • Motorola avrà sicuramente la possibilità di sviluppare hardware con una migliore integrazione con Android grazie alla nuova proprietà diretta da parte di Google. Ma se Android è Open, Google non dovrebbe favorire le stesse condizioni di “conoscenza” della struttura a tutti i suoi partner? Lo farà anche se questo comporterà un evidente vantaggio dei partner che allo stesso tempo sono concorrenza di una sua divisione?
  • 12,5 miliardi sono un mucchio di soldi da spendere su Android e da ricavare da Android in futuro, visto che mediamente è stato calcolato che un utente del robottino verde frutta a Google una revenue di circa 6 dollari all’anno?

10 commenti su “Google, Apple e gli altri alla guerra dei patent: quali saranno le prossime mosse?”

  1. Dalle note dell’articolo mi sembra di capire che l’autore sia piuttosto contrario a Google e alle sue politiche? :)

    Rispondi
  2. Cmq per commentare l’articolo, secondo me tutti i problemi esposti nell’ultima parte si concluderanno con la concessione dei brevetti a tutti i partners android dietro compenso che servirà a bilanciare gli eventuali mancati guadagni fare cassa e ottenere forse qualche esclusiva, tipo ti concedo l’uso di questi brevetti a prezzo di favore se utilizzi Android al posto di Win…
    Secondo me la mossa di google piuttosto che annientare i nemici come vuole fare qualche altra azienda a colpi di brevetti, vorrà essere una specie bilanciamento del piatto, dove ognuno si farà i fatti propri. Se ci pensate ora Apple ha i brevetti su software e schermi touch, Microsoft con Nokia sulle comunicazioni mobili, Google con Motorola sulle trasmissioni radio ecc. insomma non potranno fare a meno l’uno dell’altro.

    Rispondi
  3. Non necessariamente, nel caso specifico sono contrariato dall’ipocrisia Open e dall’incoerenza abbastanza lampante, oltre che da una mossa tanto rischiosa che potrebbe mettere in seria difficoltà l’intera azienda. 12,5 miliardi sono un sacco di soldi.

    Rispondi
  4. camillo miller sei cosi convinto che 12.5 miliardi siano una cifra impossibile per google? Ti informo che quella cifra è il risultato di un anno di esercizio da parte di google quindi è completamente sostenibile. Hai descritto google come il nemico di tutti… sei cosi convinto che microsoft sia cosi amica di apple? Ti ricordo che è stata apple a cominciare l’inutile tiritera delle cause legali, dimostrando una eccezionale violenza, usando la sua forza come una clava, una mannaia contro l’avversario. Saluti.

    Rispondi
  5. Google ha 39 miliardi in cassa prima dell’acquisizione. Significa che con questa operazione spenderà circa il 34% delle sue riserve di liquidità.
    12.5 miliardi sono poco meno di due anni di profitti. (Non di fatturato, DI PROFITTI). circa 8 miliardi lo scorso anno + 6 dell’anno prima.
    “L’inutile tiritera” è un metodo legale per impedire che un concorrente copi slealmente le tue invenzioni, ci piazzi sopra qualcos’altro e le rivenda come proprie.
    Microsoft e Apple non sono amiche, affatto, ma sono concorrenti che giocano secondo regole capitalistiche affini che Google ha cercato di scardinare “regalando” il suo sistema operativo. Per quanto sia regalato, non ha nessun diritto però di non garantire il rispetto della proprietà intellettuale dei propri concorrenti come tutti.
    Il mercato mobile è troppo grosso e importante per stare a guardare e lasciare che un concorrente faccia quello che vuole e tutti i mezzi legali a disposizione vanno usati per salvaguardare il proprio business o trarre vantaggio.
    Buongiorno e benvenuto nel mondo capitalista in cui viviamo. Non è il migliore dei mondi possibili e per molti versi non lo condivido. Ma qui non stiamo affrontando un problema sulle strutture. Quindi ragioniamo su quello che abbiamo.
    E’ ora di iniziare a contare i danni che Google ha fatto pescando all’amo tutti quelli che si fanno facilmente abbagliare dal miraggio del gratis.

    Rispondi
  6. Con google il “miraggio del gratis” non è un miraggio ma la realtà. Google è stata una rivoluzione per il mondo e questo senza che nessuno abbia mai cacciato un euro, le sue enormi spese sono tutte ripagate dalla pubblicità: politica completamente opposta a quella di apple che spilla quanti più soldi possibili dalle tasche dei suoi fanboy. Di quale proprietà intellettuale parli? Dell’estetica? o di brevetti talmente generici che non valgono piu niente come quelli su java o sul multitouch che apple vorrebbe appropriarsene. Sarebbe come dire che chi ha commercializzato il primo televisore abbia il diritto di controllare tutto il mercato dei televisori o dei cellulari o delle automobili e cosi discorreggiando… Volevo anche informarti che il “risultato d’esercizio” è l’utile o la perdita annuale di un’azienda quindi quindi potresti anche evitare di usare il maiuscolo a mo di professore della bocconi di milano. Saluti.

    Rispondi
  7. Google non ha MAI regalato nulla.. Google è un’azienzda che fattura miliardi, spesso alle spalle dei propri utenti ignari del trattamento fanno dei propri dati personali. E fin che Google fa soldi con i suoi prodotti, venga pure, ma quando comincia a farli usando il lavoro degli altri, usando come semplice scusa “si ma io l’ho regalato”, questo non va più bene.
    E’ come se io ti rubassi la macchina, la regalassi al mio vicino, il quale però può fare benzina solo da me, e io guadagno sulla benzina. Poi nel momento in cui tu vieni inca**ato per farti ridare la tua macchina, io ti dicessi:
    “beh, ma il l’ho regalata. E’ open….”

    Rispondi
  8. @ marco:
    Il maiuscolo non era riferito al tuo dettaglio, ma era per rafforzare il fatto che erano profitti, sono stato poco chiaro.
    Quanto al resto, quello che dici è la riprova che quello del gratis è davvero un bel miraggio. Non siamo messi bene se nemmeno tu, che a quanto mi pare di capire, hai una tua capacità critica, ti rendi conto che a fronte del gratis ci sono i miliardi che Google racimola non tanto con la pubblicità quanto con la profilazione della pubblicità e la vendita indiretta delle tue informazioni super profilate. E se te ne rendi conto e pensi che non sia importante, beh ancora peggio! Apple, Microsoft e altre aziende ti fanno pagare, punto. E’ chiaro quanto paghi, tanto o poco, ma quello hai pagato e quella è la loro revenue. Punto.

    Rispondi
  9. @ Camillo Miller: parlare di manipolazione di dati personali degli utenti da parte di google a detta dei supporters apple è devvero il colmo dei colmi, o anche la più grande barzelletta del nuovo millennio. Chi è che pretende di mettere le mani nelle tasche degli utenti anche se non si ha intenzione di acquistare nessuna applicazione? Chi è che pretende di cedere i dati personali e finanziari anche se non ce n’è bisogno affatto? Forse non sapete che su Android le applicazioni gratuite si scaricano senza comunicare i propri dati finanziari. Eccoti la risposta delle risposte che taglia la testa al toro come si suol dire.Goolge è un’impresa privata quotata in borsa che vuole il profitto cosi come apple… però dire che BigG tiranneggia i dati personali della gente e se questo è detto da apple che ti infila le mani in tasta in maniera coatta risulta essere il paradosso dei paradossi. Credo di essere stato molto chiaro.

    Rispondi
  10. Marco, forse ti dovresti informare meglio. Apple fa soldi vendendo hardware. Tutti i servizi sono accessori, e finalizzati a quello scopo. Se per funzionare un servizio ha bisogno dei dati dell’utente, li richiede e li usa, ma Apple non vende i dati a nessuno, perché non gli serve farlo.
    Per Google usare quei dati a fini commerciali e pubblicitari con terzi è invece praticamente il core business. Se non è chiaro questo, non sono veramente che altro aggiungere.
    Qui non si tratta di un opinione, ma di come stanno le cose. Questo è un dato di fatto.

    Rispondi

Lascia un commento