Apple ha ridotto ancora una volta i costi minimi per la sottoscrizione di una campagna pubblicitaria su iAd. Bloomberg scrive che secondo un paio di fonti interne al settore adesso la quota minima da versare ad Apple non è più di 500.000$ bensi di 300.000$. Quando la piattaforma pubblicitaria è stata inaugurata i grandi inserzionisti dovevano essere disposti a sborsare almeno un milione di dollari per poter essere “ammessi” al programma.
Gli alti costi della piattaforma pubblicitaria ufficiale Apple hanno sempre funzionato volutamente da selezione all’ingresso, ma nonostante da Cupertino sostengano che il programma funziona e che sono già più di 100 le campagne di alto livello attivate (senza contare gli iAds a basso costo per gli sviluppatori), le percentuali di invenduto rimangono alte e la concorrenza sembra cavarsela molto meglio.
“Quando Apple ha presentato iAd un anno fa, aziende come Citigroup e J.C. Penney dovevano pagare almeno un milione di dollari per attivare una campagna”, si legge nell’articolo di Bloomberg. “Oggi quei marchi non stanno più utilizzando iAd e Apple sta offrendo pacchetti per cifre che scendono fino a 300.000 dollari.”
In questo specifico settore “concorrenza” per Apple significa ancora una volta Google, che con la sua AdMob, acquisita poco prima che finisse nelle grinfie di Jobs e soci, continua a fare la parte del leone nel fiorente mercato del mobile advertising. Thom Kennon, senior vice president of strategy presso l’agenzia pubblicitaria Young & Rubicam, intervistato da Bloomberg, sostiene che il problema di iAd sta tutto nella chiusura della piattaforma iOS, cui iAd è univocamente destinato. Investendo in campagne iAd gli inserzionisti sanno di avere a disposizione pubblico con un engagement superiore alla media, ma sono coscienti che i loro ads finiranno solamente su una bassa percentuale di applicativi per iPhone, iPod touch e iPad.
Per chi decide come investire in pubblicità i dollari dell’azienda pare insomma che sia più semplice capire soluzioni come quella offerta da Google, che porta gli annunci contemporaneamente su tutte le maggiori piattaforme e pure sul Web. iAd offre magari maggiore qualità e campagne che non constano di semplici banner, ma alla fine sono i numeri che fanno la differenza. A quanto pare al momento le cifre non sono a favore della soluzione offerta da Apple.