In base a quanto dichiarato dal Ministro brasiliano per la Scienza e la Tecnologia, Foxconn inizierà la produzione di iPad sul territorio carioca durante il mese di settembre. Nel frattempo, come potete vedere dal video in apertura, Apple ha pubblicato un nuovo spot pubblicitario che mostra le funzionalità di iPad 2.
Per quanto riguarda la notizia principale di questo post, Globo riporta le dichiarazioni del Ministro Aloízio Mercadante, il quale sostiene che Apple aveva previsto di iniziare la produzione del nuovo tablet già dalla fine del mese di luglio, posticipando successivamente l’inizio dei lavori per alla fine di agosto/inizio di settembre.
Sempre secondo quanto dichiarato dall’esponente del governo brasiliano, il ritardo è stato causato da una serie di imprevisti sulla realizzazione degli impianti, oltre alla mancanza di manodopera qualificata sul territorio. Per cercare di aggirare il problema, Foxconn (uno dei maggiori partner industriali dell’azienda di Cupertino), ha assunto 175 ingegneri locali e li ha spediti in Cina per un corso di formazione. A regime, tuttavia, saranno necessari più di 200 ingegneri per la gestione dell’impianto di produzione.
Il progetto per la realizzazione dell’impianto, inoltre, è al vaglio dell’amministrazione della città di Jundiaí (dove dovrebbe essere costruito) che sta cercado di verificare tutti i permessi necessari per dare il via libera definitivo a Foxconn e Apple.
Secondo le stime del Ministro, l’impianto consentirà di produrre iPad per distribuirli ai clienti con un prezzo del 40% inferiore rispetto alla versione importata dall’estero (sulla quale gravano anche pesanti tasse di importazione). L’impianto dovrebbe consentire la produzione di circa sei milioni di tablet l’anno e genererà dai 4 ai 5 mila posti di lavoro per la popolazione locale.
Per quanto riguarda Foxconn, si parla di un investimento di circa 12 miliardi di dollari che potrebbe essere in parte supportato da investitori esterni procurati dal governo e dalla Brazilian National Development Bank.
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e quando ci arriveremo anche noi europei che la roba che consumiamo è meglio farcela in casa?