Cloud: le etichette discografiche sperano in Apple

Quando Apple presenterà la sua offerta per la vendita e l’archiviazione tramite cloud di contenuti multimediali, musicali in primis, si troverà a dover fronteggiare la concorrenza di Amazon e Google. La compagnia di Jeff Bezos specializzata nello shopping online sta già fornendo un servizio simile con Amazon Cloud Player, mentre Google Music è stato lanciato proprio due giorni fa. La differenza potrebbero però farla gli accordi con le quattro principali etichette discografiche.

AmazonGoogle sono infatti riuscite ad ottenere un accordo con le major della discografia per ottenere i diritti di vendita delle canzoni. Sotto questo aspetto Apple potrebbe fare la differenza. Forte di un servizio a dir poco rodato come quello di iTunes, la compagnia di Cupertino potrebbe sfruttare i suoi contatti nel mondo della musica per presentare una offerta che non solo sia uguale a quella di Google e Amazon, ma persino più ricca grazie alla vendita di brani musicali.

Cnet sostiene persino che le etichette discografiche starebbero aspettando l’ingresso in gioco di Apple per fare leva sugli altri due player presenti sul mercato. Se infatti Apple dovesse presentare il servizio entro breve, Amazon e Google potrebbero trovarsi alle strette ed essere costrette ad accettare le clausole volute dalle Major, pena la sconfitta commerciale contro Apple.

Resta però il dubbio su quando Cupertino rivelerà al mondo il suo servizio di cui tanto si è discusso negli scorsi mesi e soprattutto quale sarà l’offerta. La completata costruzione del data center in North Carolina, gli indizi riguardo una componente Cloud in Mac OS X Lion e iOS 5, e il fatto che questi due sistemi operativi saranno quasi certamente presentati alla WWDC del prossimo giugno fa sospettare che Apple abbia in programma di lanciare la sua piattaforma entro poche settimane.

1 commento su “Cloud: le etichette discografiche sperano in Apple”

  1. speriamo davvero…perché dubito che apple sia rimasta tecnologicamente indietro, lasciamoci sorprendere, in fondo un server farm di quelle dimensioni sarebbe piuttosto inspiegabile se non tramite un gigantesco sistema cloud

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