Ve lo immaginate che cosa sarebbero gli iPod senza iTunes Store? E che succederebbe al mercato americano e mondiale della musica digitale se lo store virtuale di Apple, improvvisamente, dovesse chiudere? Domani la Copyright Royalty Board americana si riunirà a Washington per decidere se approvare o respingere la richiesta della National Music Publishers’ Association che vuole innalzare da 0,09$ a 0,15$ le royalties da versare sulla vendita della versione digitale di qualsiasi canzone: un aumento del 66%. A riportare la notizia è Fortune, da cui apprendiamo che Apple non ha commentato la vicenda recentemente ma che un’anno fa Eddy Cue si era già espresso in maniera piuttosto catastrofista sull’argomento: se salgono le royalties, chiudiamo.
UPDATE: Secondo quanto deliberato dalla commissione federale in data 2 ottobre, le royalties sui brani digitali rimangono fissate a 9 centesimi di dollaro per canzone. La decisione sarà valida per i prossimi 5 anni.
Ecco quanto dichiarato in tale occasione da Eddy Cue, ora Vice Presidente di Apple divisione Sevizi Internet, alla commissione federale:
“Se [iTunes music store] fosse costretto ad assorbire qualsivoglia incremento nelle … royalties, il risultato sarebbe l’innalzamento della probabilità per lo store di operare in perdita – che non è un’alternativa possibile. Apple ha più volte ribadito che investe in questo settore per guadagnare, e con ogni probabilità non continuerà a tenere in piedi [l’iTunes Music Store] se non fosse più possibile operare con profitto”.
Nella stessa nota Cue aveva precisato poi che una rimodulazione del listino prezzi per assorbire l’aumento non è concepibile, le canzoni dovranno continuare a costare un dollaro. Al momento Apple versa circa il 70% del ricavo della vendita di ogni singola canzone alle etichette che poi a loro volta girano 9 cents ai publisher detentori dei diritti sul brano. La proposta delle case discografiche, che non hanno affatto intenzione di sganciare i 15 cent di tasca propria, è quella di sostituire il sistema delle royalties con una remunerazione ai detentori di diritti dell’8% sulle vendite complessive.
La proposta della Digital Media Association, che rappresenta anche Apple, è però ancora meno allettante per i publishers. La percentuale suggerita è solo del 4,8%. La decisione di domani da parte della commissione federale è molto attesa perché è la prima che verrà presa riguardo la vendita di musica digitale e perché resterà in vigore per i prossimi 5 anni.
Penso sia più che altro una mossa minacciosa da parte di Apple, che è attualmente il primo retailer di musica digitale. La chiusura di iTunes store mi sembra probabile quanto la caduta di un asteroide, visto che vendono ormai un miliardo di canzoni ogni sei mesi.
Onestamente ritengo che fare pagare circa 1 euro a canzone possa essere una valida opzione per acquistare legalmente la propria musica. Ma non oltre.
Già mi scoccia abbondantemente che le canzoni che si acquistano su iTunes siano DRM-ate con Fairplay (che, ovviamente, usa solo Apple), e quando possibile acquisto SEMPRE su iTunes Plus, che vende le canzoni con un bitrate più alto e con cui è possibile convertirsi gli acquisti in mp3.
E mi è decisamente dispiaciuto per la smentita della notizia di un possibile abbonamento mensile per avere canzoni illimitate (o in grande numero) scaricabili da iTunes. Se potessi, lo farei subito con altri servizi, ma:
a) non sono residente negli Stati Uniti
b) non ho un player compatibile con Napster e similari (cioè molti, tranne l’ipod).
A me scoccia che nell’iTunes Store USA le canzoni costino max 1$ mentre in Italia costano circa 1euro, e sono trasferite in digitale senza costi aggiuntivi per supporto, stampa, trasporto, dazi (credo..)
SGRUNT!
Marchello/Fire dice:
In realtà si può convertire la musica acquistata in mp3 ;)
Se fanno questa caxxata la musica va in crisi nerissima….cavoli loro