In base a quanto riportato ufficialmente in questo report, continua con attenzione l’impegno di Apple nel monitorare le condizioni di lavoro dei dipendenti impiegati dai suoi fornitori asiatici. Nell’ultimo documento pubblicato dall’azienda di Cupertino a questo proposito, infatti, si afferma che sono stati condotte delle indagini in 127 strutture di produzione in tutto il mondo.
Tra questi 127 impianti, 90 sono stati controllati per la prima volta mentre per i rimanenti 30 si è trattato di un ulteriore controllo. Nel documento si mette in risalto che, nonostante molti vendor utilizzino gli stessi fornitori sparsi per il globo terrestre, per oltre il 40% dei fornitori esaminati si è trattato del primo controllo in assoluto effettuato da un’azienda cliente esterna.
La disponibilità di Apple nel controllare le condizioni, molto spesso ai limiti del pensabile, in cui sono costretti a lavorare gli operai dell’estremo oriente è aumentata giorno per giorno in seguito ai ripetuti casi di suicidio avvenuti negli stabilimenti cinesi di Foxconn, uno dei maggiori partner dell’azienda co-fondata da Steve Jobs.
Tim Cook, che sostituisce ad interim Jobs per il ruolo di CEO, sostiene la linea preventiva dell’azienda per evitare il ripertersi di situazioni spiacevoli. Un team di Apple ha lavorato con il management di Foxconn per assicurarsi che siano in atto delle misure per evitare altri casi di suicidio nelle fabbriche. Inoltre, è stato commissionato, ad un’azienda esterna, un sondaggio che ha coinvolto oltre 1.000 dipendenti del fornitore taiwanese per capire qual è la reale qualità della vita percepita dagli operai.
Negli ultimi due anni, oltre 300.000 operai e 6.000 supervisori sono stati informati a proposito dei diritti dei lavoratori, delle leggi sul lavoro e della sicurezza, con particolare attenzione per il lavoro minorile. Come si può leggere nel documento, “Apple è stata aggressiva nell’aiutare gli operai minorenni a tornare dalle proprie famiglie e a scuola”. Se Apple dovesse venire a conoscenza dell’impiego di operai minorenni, i fornitori dovranno sostenere anche le spese scolastiche e gli eventuali stipendi arretrati fino al compimento del sedicesimo anno di età.
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per oltre il 40% dei fornitori esaminati si è trattato del primo controllo in assoluto effettuato da un’azienda cliente esterna.
Tutte le persone che si riempiono la bocca blaterando di “precise responsabilità” di Apple nei diversi casi di suicidio, dovrebbero smetterla di raccontare balle.
Come se Apple fosse l’unico cliente di Foxconn :)
Che SQUALLORE!!!! Apple pensa di pulirsi la coscienza in questo modo… O almeno di convincere l’opinione pubblica. Niente di più ridicolo e perfino cinico. E per favore almeno voi di applelounge abbiate la decenza di non scrivere come titolo che “Apple continua a difendere il lavoro sostenibile” perchè di sostenibile in cina al momento non c’è assolutamente NIENTE…
Casomai si può apprezzare giusto il tentativo di provare a migliorare almeno un po le disumane condizioni lavorative dei cinesi. Ma da qui a dipingere addirittura apple come la paladina del lavoro sostenibile proprio no…
e scusate se è poco..
http://www.repubblica.it/tecnologia/2011/02/15/news/apple_ammette_lavoro_minorile-12506055/