Qualche giorno fa vi avevamo informati circa la violazione della privacy da parte di alcune applicazioni presenti sia nell’App Store che nell’equivalente store digitale per Android. Dall’analisi condotta dal Wall Street Journal era emerso, infatti, che diverse app inviano dati personali ai server di diverse aziende che si occupano di mobile advertising senza il consenso esplicito dell’utente.
In base a quanto riporta AppleInsider, di conseguenza, un utente ha citato Apple in tribunale per quanto appena scritto. La causa legale, depositata il 23 dicembre, potrebbe trasformarsi in class action e coinvolgere tutti i possessori di iPhone che hanno scaricato app a partire dal dicembre 2008.
Nei documenti depositati ci sono riferimenti diretti all’articolo pubblicato dal WSJ la scorsa settimana. Nello specifico, infatti, vengono citate l’applicazione Pandora perché invia “età, sesso, posizione e identificativo del telefono a diversi reti pubblicitarie” e Paper Toss poiché “invia l’ID del telefono ad almeno cinque aziende di advertising”. Gli sviluppatori delle suddette app sono stati denunciati insieme ad Apple.
L’accusa è stata preparata da Scott A. Kamber e Avi Kreitenberg, che lavorano per KamberLaw LLC (New York), legali per conto di Jonathan Lalo. Le accuse nei confronti dell’azienda di Cupertino sono giustificate dal fatto che la “trasmissione di informazioni personali è un violazione delle leggi federali sulla privacy e frode informatica”, senza considerare che “alcune app vendono informazioni addizionali alle aziende di advertising, tra cui posizione dell’utente, età, sesso, reddito, etnia, orientamento sessuale e politico”.
Di sicuro non si tratta di una situazione semplice per Apple, soprattutto se i media prenderanno il sopravvento (un po’ come è successo per l’antenna gate). Del resto, probabilmente, se non avesse permesso la trasmissione di informazioni ad altri network pubblicitari, sarebbe stata indagata dall’antitrust (per concorrenza sleale, visto che possiede iAd).
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Ma perchè tirare in ballo anche Android Market ? Giusto ieri si discuteva che le App Android vivono della pubblicità … quindi in un certo senso l’utente di questo sistema è, e deve esserlo, consapevole, che in qualche modo sarà oggetto delle attenzioni di società pubblicitarie.
Per Apple la cosa è un po’ diversa, anzi, è sostanzialmente diversa, con l’aggravante di aver anche sborsato soldi magari per poi vedersi rubare i dati.
In ogni caso per entrambe le piattaforme dovrebbe essere esplicito quali dati vengono trasmessi e a chi in modo da decidere se dare o meno il consenso. E questa condizione dovrebbe essere il minimo per poter mantenere le App negli store da parte degli sviluppatori.