Se leggendo il titolo di questo articolo avete avuto un dejà vu, tranquilli non c’è nessun bug nella Matrice. Steve Jobs è stato nominato CEO del decennio una seconda volta. A questo giro, dopo Fortune a novembre 2009, è Market Watch, dopo Fortune, a ritenere che il cofondatore di Apple sia stato il migliore capitano d’azienda degli ultimi dieci anni.
Fra le motivazioni addotte per l’assegnazione del “titolo” c’è anche questa volta la resurrezione di Apple avvenuta nella seconda era Jobs: da azienda al tracollo al secondo posto nella classifica delle maggiori aziende americane per capitalizzazione di mercato nel giro di poco più di due lustri.Secondo Roger Kay di Endpoint Technologies, interpellato da Maìrket Watch per un commento da inserire nel profilo del CEO del decennio, “[Steve Jobs] è alla pari con Thomas Edison e Alexander Graham Bell in termini di impatto generale”.
Market Watch riconosce a Jobs principalmente il merito di aver riportato l’azienda ad altissimi livelli e di averla resa fruttuosa anche in periodi in cui il trend generale dell’economia americana era tutt’altro che positivo. Nel corso degli ultimi dieci anni l’indice S&P 500, che monitora l’andamento delle 500 maggiori aziende americane, è sceso del 7%. Il titolo AAPL vale invece 43 volte di più di quanto valesse nel 2000. E’ la “bottom line” di un’impostazione manageriale di successo, anche se unica nel suo genere e in parte criticabile per certi eccessi giustificati solo dalla genialità del personaggio Jobs.
Il capo di Amazon Jeff Bezos, il boss di Google Eric Schmidt, Howard Schults di Starbucks e Tim Solso della Cummings sono gli altri CEO che Market Watch aveva preso in considerazione per il il “titolo” assegnato al co-fondatore di Apple, la “rockstar della Corporate America”.