I sensori di liquidi installati da Apple all’interno dei propri prodotti, iPod in testa, sono stati spesso al centro di polemiche (e di cause legali) per la presunta facilità con cui si attiverebbero in condizioni di umidità atmosferica particolarmente elevata o magari per il semplice contatto con gocce di sudore, una situazione che si può facilmente verificare se il player multimediale viene utilizzato per fare sport.
Se l’iPod smette di funzionare per qualsiasi motivo diverso dall’immersione in un liquido ma comunque indipendente dalla negligenza dell’utente e i sensori risultano attivati, i tecnici Apple possono rifiutare a priori l’applicazione della garanzia. Questo, almeno, è quanto accadeva fino a pochi giorni fa. Un documento interno di Apple scovato da BGR (praticamente il WikiLeaks del Mac Web in queste ultime settimane) rivela un gradito cambiamento della policy relativa proprio alla determinazione dell’origine del malfunzionamento tramite i sensori di umidità.
“AppleCare ha modificato il metodo con cui verifica il danneggiamento da liquidi sugli iPod,” si legge nel documento. “Quando un Apple Retail Store o un centro autorizzato Apple controlla la presenza di un danno da liquidi, se il LCI (Liquid Contact Indicator) all’interno del jack cuffie è attivato, l’iPod deve essere ispezionato per trovare altri segni di danneggiamento da liquido”.
E’ il tecnico che poi valuterà se accettare il prodotto in garanzia o meno, sempre che il cliente non riveli in prima persona di aver provocato il danno. Il cambiamento della policy è riferito agli iPod e non è ben chiaro se vale anche per l’iPhone, che utilizza un simile sistema di rilevazione del contatto con liquidi. Il documento però cita solamente il LCI del jack cuffie, vale a dire proprio il più controverso sugli iPod, mentre su iPhone, dal 3GS in poi c’è un secondo indicatore nascosto nella fessura dell’attacco dock.