Mac App Store, il name squatting è colpa di un bug

Il name squatting,  la deplorevole pratica di registrare e “occupare” il nome di un’applicazione sull’App Store di iOS, è un problema che affligge l’App Store praticamente da sempre. Apple è riuscita di recente a porre un freno a questo fenomeno imponendo un limite temporale di 90 giorni entro i quali lo sviluppatore deve caricare la propria applicazione sui server Apple, pena la disattivazione, entro un mese, del nome “prenotato”.

A poche ore dall’attivazione delle submission per il Mac App Store alcuni developer hanno mostrato le prime perplessità, perché il sistema indicava come già registrati i nomi delle loro applicazioni.  Ma era un falso allarme:  il problema dipende da un bug noto relativo alla gestione degli identificativi dei bundle.


Il primo ad esprimere preoccupazione è stato Todd Ditchendorf, lo sviluppatore di Fluid per Mac, che giovedì scorso ha twittato tutto il suo disappunto. Al coro si sono aggiunte anche le testimonianze di Dan Counsell di RealMac Software, impossibilitato a registrare RapidWeaver e LittleSnapper, e degli sviluppatori di Creaceed che a quanto pare non sono riusciti per lo stesso motivo a registrare Hydra, Prizmo ed Elasty.

Il problema non era dato da qualche “abusivista onomastico” particolarmente rapido ma semplicemente da un’impostazione del sistema di gestione degli identificativi delle applicazioni. In buona sostanza, sebbene l’App Store per iOS e quello per Mac siano due entità separate Apple impone, al momento, che il nome di un’applicazione non possa essere utilizzato su entrambi. Un problema che Apple conosce e che considera come vera e propria “known issue” da risolvere.

Tutto a posto, quindi? Non proprio. Al momento se qualcuno ha praticato il “name squatting” su App Store per iOS ciò si riflette anche su Mac App Store (anche se di casi di questo tipo, nello specifico, non s’è ancora sentito parlare). Ma soprattutto non è chiaro quali saranno i tempi per la risoluzione di questo bug e in che modo verrà gestita l’alterità fra applicazioni per iOS e Mac OS X che portano lo stesso nome. Vero è che dei dettagli del Mac App Store ad oggi non si sa molto in generale, ma questo è certamente un problema prioritario rispetto ad altri perché fior di applicazioni che del negozio virtuale di software potranno fare la fortuna rischiano di non poter essere presenti il giorno dell’inaugurazione.

1 commento su “Mac App Store, il name squatting è colpa di un bug”

  1. io, da abituale acquirente di tutti i bundle degli ultimi anni (MacHeist, MacUpdate, ItaliaMac, ecc) mi chiedo se le applicazioni acquistate in precedenza al lancio di Mac App Store potranno, tramite l’inserimento del seriale nel software di App Store, essere aggiunte al mio acocunt, in modo da godere degli aggiornamenti automatici e delle installazioni automatiche ogni volta che cambio Mac o che formatto.
    Sarebbe un bel risparmio di tempo non dover reinserire decine di seriali ed autorizzazioni ogni volta.
    Riacquistarle sarebbe impossibile, ovviamente.
    Ah, un’altra cosa che mi è ancora poco chiara è se in Mac App Store venderanno solo Applicazioni vere e proprie (chiamiamole standalone) o anche i plugins, vedi gli Audio Units o i VST per Logic, Cubase, ecc ecc…
    Qualcuno ha notizie fresche a riguardo?

    Rispondi

Lascia un commento