Paul Devine, il manager Apple accusato di riciclaggio di denaro e frode telematica che vendeva informazioni riservate sui prodotti della Mela ad alcuni fornitori orientali, continua a sostenere la propria innocenza. Gli sarà sicuramente più difficile provarla, adesso che i federali hanno rinvenuto nella sua abitazione 150.000 dollari in contanti nascosti in alcune scatole da scarpe.
Il procuratore del Dipartimento di Giustizia Michelle Kane ha dichiarato alla stampa che sono già stati “identificati un buon numero di conti esteri e un importante quantitativo di denaro”. In possesso dell’accusato anche l’equivalente di altri 20.000$ in valuta straniera. Rivelati anche alcuni particolari in più sul tipo di informazioni “smerciate” dal manager Apple.
Secondo quanto dichiarato dagli inquirenti Devine condivideva con alcuni fornitori informazioni sui prodotti che sarebbero dovuti entrare in produzione (principalmente iPod e iPhone). In particolar modo venivano rivelate le prime proiezioni di vendita formulate dall’azienda, dati segreti sul costo di produzione del prodotto stimato da Apple e le offerte già proposte dai concorrenti. Un meccanismo che ha potuto funzionare per un periodo relativamente breve.
Devine è ancora trattenuto in custodia e la sua cauzione ammonta a 600.000 dollari. Fra le condizioni del suo rilascio c’è però anche il rientro in patria di tutte le somme detenute nei vari conti offshore aperti per nascondere le tracce dei flussi di denaro, un’operazione che secondo il suo avvocato difensore potrebbe non essere portata a termine del tutto, vista la complessità dei trasferimenti internazionali di fondi.
Il Dipartimento di Giustizia ha infine ordinato la perquisizione di alcune cassette di sicurezza intestate al manager e ha ritirato i passaporti a lui e alla moglie, in modo che neppure lei possa lasciare gli Stati Uniti.
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