Nuovi sviluppi nel caso del manager Apple che intascava mazzette

Pegatron, una controllata di Asustek Computer, ha sospeso una manager di alto livello responsabile di un’unità produttiva con sede in Cina perché coinvolta nel caso Devine, il manager Apple accusato di aver intascato mazzette da fornitori asiatici in cambio di informazioni riservate sui prodotti in cantiere a Cupertino. Diverse aziende utilizzavano i dati comprati dalla talpa per negoziare contratti favorevoli.

La manager sospesa era a capo di una fabbrica della Kaedar Electronics, un’azienda acquisita da Pegatron nel 2008. Ma il direttore finanziario di Pegatron Jonathan Chang ha fatto sapere a Bloomberg che i pagamenti sono stati effettuati dalla Kaedar in buona fede e che la responsabile riteneva che si trattasse di comuni esborsi di natura commerciale.

La dipendente, il cui nome non è stato rivelato, non è stata accusata ancora di nulla né tanto meno è stata trattenuta, ma la sua sospensione si è resa necessaria per consentire a Pegatron di condurre un’approfondita indagine interna.

Il nome della Kaedar compariva assieme a quello della Jin Li Mould manufacturing (il cui dipendente Andrew Ang era complice del manager arrestato) e alla Cresyn Co. nella causa civile intentata da Apple contro Devine.

L’azienda non è per altro un fornitore diretto di Apple, ma soltanto una sussidiaria che si occupa della produzione di alcuni componenti (nello specifico parti meccaniche e stampi plastici) su commissione di Pegatron, il referente diretto che tratta con Apple.

Resta da capire quali aziende dell’indotto coinvolte nel caso sapessero di pagare mazzette e quali e quante fossero invece vittime inconsapevoli dello schema truffaldino di Devine. Il fatto che agli agenti di vendita e alle loro ditte vengano corrisposte delle commissioni è una pratica comune per Pegatron e per l’industria che rende più difficile individuare il flusso di “mazzette”. Devine riceveva ad esempio pagamenti di Kaedar presso la sua CPK Engineering fin dal 2007.

Il manager Apple si è dichiarato non colpevole dei reati di frode telematica e riciclaggio di denaro, ma a quanto è dato sapere le prove non mancherebbero.

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