Time Inc. è uno dei grandi editori che ha deciso di scommettere molto sull’iPad e lo ha dimostrato con la pubblicazione su App Store di due delle proprie riviste più importanti (Sports Illustrated e Time Magazine). Ma secondo quanto riportato da Peter Kafka su All Things Digital, il rapporto fra Time Inc. ed Apple è ben lontano dall’essere idilliaco a causa della bocciatura dell’applicazione di Sports Illustrated che avrebbe dovuto introdurre la possibilità di scaricare la rivista in abbonamento.
In buona sostanza il problema è questo: Time Inc. ha inviato in approvazione una versione di Sports Illustrated per iPad gratuita con la quale gli utenti che hanno versato una quota direttamente all’editore per l’abbonamento avrebbero potuto scaricare liberamente i nuovi numeri della rivista. Apple all’ultimo minuto non l’ha accettata, costringendo l’editore a continuare la vendita dei singoli numeri come applicazioni standalone su App Store.
I particolari della vicenda non sono ancora ben chiari, ma pare di capire che a Cupertino non sia andato giù il metodo “esterno” utilizzato da Time per l’attivazione degli abbonamenti, anche se pare strano che questa possa essere la ragione della bocciatura. Gli abbonamenti per il Wall Street Journal su iPad funzionano già in maniera analoga e Apple non ha fatto storie neppure per le app di propri concorrenti come Barnes & Nobles o Amazon (che consente di acquistare libri con Safari Mobile che possono poi essere scaricati con il proprio account all’interno dell’applicazione).
Peter Kafka avanza due ipotesi, sulla base delle poche informazioni che gli hanno potuto fornire alcune fonti interne a Time Inc.:
- Apple è preoccupata per le informazioni che Time Inc. è in grado di ottenere dagli utenti iPad che decidono di acquistare un abbonamento alle riviste
- Steve Jobs vuole controllare il nascente mercato delle riviste digitali
Per quanto la seconda ipotesi è quel genere di supposizione che viene favorita dall’intrinseca mancanza di trasparenza nelle procedure di approvazione dell’App Store, è difficile credere che El Jobso abbia deciso di agire in questo modo solo con Time Magazine concedendo molto di più ad altri concorrenti dell’editore.
Non è neppure da escludere che sia il metodo di sottoscrizione degli abbonamenti implementato da Time Magazine a non essere “condiviso” da Apple. Secondo MacRumors Apple vorrebbe convincere l’editore a rimanere all’interno dell’App Store anche per la vendita degli abbonamenti, sui quali potrebbe così incassare il 30% degli introiti. Ma il ragionamento non fila del tutto.
Ancora una volta sovviene l’esempio del Wall Street Journal, che gestisce la vendita degli abbonamenti per iPad da una pagina dedicata sul proprio sito (fuori dalla giurisdizione di Cupertino) raggiungibile anche con Safari Mobile, in congiunzione con un sistema di autenticazione dell’utente all’apertura dell’applicazione.