Ancora un assaggio di futuro con i brevetti depositati da Apple. Questa volta si torna a parlare di iPhone e, più specificatamente, di applicazioni geolocalizzate temporanee che potrebbe installarsi sul nostro dispositivo mobile nel momento in cui entreremo in una determinata area.
Attraverso l’utilizzo di un server centrale, in grado di rilevare la posizione del dispositivo sfruttando le reti wi-fi o altri tipi di connessioni, all’utente (non appena entrato in una zona specifica) potrebbe venir chiesto di installare sul proprio dispositivo delle applicazioni temporanee che siano connesse in qualche modo con l’area in questione.
Qualche esempio chiarirà meglio l’idea che sta alla base del brevetto.
Prima di entrare in un ristorante, ad esempio, agli utenti potrebbe venir richiesto di installare un’applicazione sul proprio iPhone in grado di mostrargli il tempo di attesa prima che si liberi un tavolo (Apple descrive un’applicazione decisamente minimalista, in cui l’icona stessa dell’applicazione è un timer) o che permetta di sfogliare il menu già prima di entrare.
Apple descrive anche un’ulteriore situazione ipotetica: all’interno di una biblioteca, l’utente potrebbe veder apparire sul proprio dispositivo, automaticamente, un’applicazione per navigare nell’archivio digitale dei libri presenti senza dover sfruttare una delle postazioni previste.
Quasi per magia, l’applicazione scomparirebbe non appena l’utente uscisse dall’edificio, in maniera completamente automatica.
L’idea in sè è piuttosto affascinante, bisogna ammetterlo; dal lato pratico, però, ci sarebbero sicuramente delle complicazioni significative che ne pregiudicherebbero la fattibilità, o che comunque ne ridurrebbero (in parte) l’usabilità. I vari problemi legati alla sicurezza e alla privacy (si renderebbe necessario, senza dubbio, un passaggio attraverso App Store o qualche forma di controllo), senza citare i rischi connessi con un eccessivo utilizzo di questo sistema (immaginate di entrare in un centro commerciale dove ci sono più di 100 negozi, ognuno con la sua applicazione che vuole il proprio posto sul vostro iPhone).
La paternità del brevetto, depositato nel Novembre 2008, è di Scott Herz.
[Via|MacRumors]
la privacy non dovrebbe essere un problema se non si accettano le connessioni.. per l’affollamento idem.. immaginate un badge su un’icona nuova tipo ContestualAppStore.. ci vedi sopra un badge con “43” e vuol dire che 43 negozi vogliono inviarti la propria app temporanea. apri e scorri nella lista cercando quella che ti interessa. semplice.