A sei mesi dal lancio degli iTunes LP si può dire, senza paura di esprimere giudizi affrettati, che il nuovo formato per la distribuzione di album e contenuti extra su iTunes Store è stato un flop. Fino ad ora gli iTunes LP presenti sullo Store sono solamente 29 e l’impatto sulla fruizione degli album è stato praticamente nullo.
Ma perché Apple ha deciso di lanciare un prodotto come gli LP, immancabilmente destinati all’oblio in un mercato in cui, volenti o nolenti, la maggior parte degli utenti preferisce ancora acquistare singoli brani? Secondo quanto riportato da GigaOM, che cita fonti interne al settore, gli iTunes LP sono un pegno che Apple ha dovuto pagare alle case discografiche associate alla RIAA, la famigerata Record Industry Association of America.
Le fonti sostengono che per ottenere la “liberazione” di tutti i brani dal giogo del DRM a Cupertino sono dovuti scendere a patti con le grandi etichette offrendo una contropartita costituita dall’introduzione dei prezzi variabili delle singole canzoni e il lancio di un nuovo prodotto che spingesse con rinnovato vigore il formato album.
Mentre l’abbandono del DRM è stato salutato dal pubblico come una grande vittoria del consumatore, entrambe le “contropartite” imposte dai discografici non hanno avuto il successo sperato. Analisi di mercato abbastanza recenti suggeriscono che l’aumento del prezzo dei brani ha provocato un rallentamento della crescita delle vendite (ma guarda un po’!).
Allo stesso tempo l’insuccesso degli iTunes LP è lampante. Del resto questi booklet digitali sono materiale per fan sfegatati che l’utente medio può essere interessato a sfogliare una volta o poco più. Nella maggior parte dei casi gli iTunes LP vengono snobbati pure dalle band, che preferiscono buttarsi su App Store e proporre applicazioni che permettono un’interazione e un coinvolgimento dell’utente drasticamente maggiori.
Nemmeno l’introduzione del device potenzialmente perfetto per la fruizione di questo contenuto sembra aver rinnovato l’interesse verso il formato iTunes LP. Durante la presentazione di iPad gli album interattivi hanno fatto la loro breve comparsa di facciata nel grande schermo alle spalle di Steve Jobs, ma l’iCeo non li ha menzionati nemmeno una volta. Ed anche le pagine dedicate al nuovo Tablet sul sito di Apple non ospitano alcun riferimento di sorta agli iTunes LP.
Non capisco perchè iTunes LP dovrebbe essere un pegno che Apple paga per i DRM… Gli LP li fanno le case musicali, non Apple, al massimo l’aumento del prezzo dei singoli brani è il prezzo che Apple (e noi) paghiamo per l’abbandono del DRM.
Le fonti sostengono che per ottenere la “liberazione” di tutti i brani dal giogo del DRM a Cupertino sono dovuti scendere a patti con le grandi etichette offrendo una contropartita costituita dall’introduzione dei prezzi variabili delle singole canzoni e il lancio di un nuovo prodotto che spingesse con rinnovato vigore il formato album. ;)
Tante insinuazioni, ma nei fatti…
Basterebbe solo conoscere un po’ meglio le vicende Apple per evitare di scrivere certe cose. EMI che costituisce il 70% del catalogo iTunes, ha abbondonato i DRM nel 2007 e non ha preteso nulla, semplicemente perchè le conveniva così.
Gli LP non sono un “pegno”.
Giustificare sempre i flop di Apple con cause esterne all’azienda stessa lo trovo abbastanza fuori luogo.
Per citare un altro esempio: non è che la Apple Tv non vende in Italia perché non c’è un catalogo video a disposizione su iTunes. Semplicemente è un oggetto poco funzionale per gli appassionati, non interessante per i semplici utenti e troppo costoso per i fanatici che vogliono avere tutti i prodotti. Sono 3 cause esterne a Apple, quindi buttarla sul “è colpa delle cattive leggi europee e italiane che non permettono ad Apple di stringere accordi con tutti” è semplicemente malafede.
@ Bausan:
Basterebbe leggere un po’ meglio gli articoli per non scrivere l’ennesimo commento inutilmente polemico cambiando l’ennesimo nickname.
Dove viene citata EMI nell’articolo? Me lo puoi spiegare? C’è forse un punto in cui si nega ciò che citi?
EMI era per l’appunto l’unica casa discografica ad aver accettato di abbandonare i DRM, ce n’erano altre tre particolarmente battagliere da convincere.
Scusate se irrompo in questo dibattito, credo che Bausan si riferisse al fatto che se EMI ha abbandonato i DRM, le altre major si sono solo dovute adeguate e sembra abbastanza difficile che per farlo abbiano preteso qualcosa in cambio, non avevano molta forza contrattuale per farlo.
@ iGiovanni:
Ti rispondo con un passaggio di un articolo sulla questione che scrissi nel novembre 2008. Anche il quel caso riportavamo un rumor, che poi puntualmente si è materializzato:
Al momento l’unica major che ha acconsentito alla pubblicazione dei propri brani senza DRM su iTunes è la EMI, mentre tutte le altre grandi sorelle hanno preferito fare concorrenza ad Apple concedendo il diritto di utilizzare i brani non protetti a competitors diretti come Amazon Mp3 Store. A suggerire qualche cambiamento in corso ha contribuito anche la temporanea scomparsa del link all’intera sezione iTunes Plus, come se Apple stesse preparando una migrazione complessiva di iTunes al nuovo formato.
Direi che favorire spudoratamente la concorrenza è uno strumento contrattuale decisamente efficace. ;)
Camillo Miller dice:
Non capisco bene il senso della tua autocitazione… EMI non ha preteso nulla in cambio per pubblicare le canzoni senza DRM, le latre major si sono adeguate, quindi la tua supposizione che gli LP sono un pegno è un po’ campata in aria, e stranamente tu sembri confermarlo…
– No non lo è. Le altre Major non si sarebbero adeguate senza questi “pegni”, ovvero iTunes LP e prezzi variabili.
– La supposizione non è mia. Come puoi leggere nel post si tratta di informazioni diffuse da GigaOM, che non sono certo gli ultimi arrivati.
– La citazione risponde al tuo commento, in cui sostenevi che le altre Major oltre ad EMI non avevano potere contrattuale.
Se dici che è probabile che dei sostenitori feroci dei DRM come Sony BMG, Universal e Warner Music si sono “solo adeguati” forse non hai ben chiari i metodi con cui operano queste società.
Camillo secondo me ti contraddici da solo. Dai per oro colato quelle che riporta GigaOM quando invece sono solo rumor, ovvero indiscrezioni, ovvero notizie non confermate. Del resto, non è un caso che tu abbia messo un bel ? nel titolo di questo articolo.
Poi ho una domanda: tu invece hai ben chiari i metodi di lavoro di Sony BMG, Universal e Warner Music in base a quale esperienza lavorativa? Ti prego non rispondere questa attività su TAL.
Quella che tu chiami “questa attività su TAL” (che fa parte di un network molto più ampio) è un’attività giornalistica che, ti piaccia o no, ha una base professionale. Poi tu puoi anche venirmi a dire che giudichi pessimo il mio lavoro, libero di farlo.
Ovviamente questo metodo organizzato che tu e la compagine di disturbatori che ormai da tempo imperversa su TAL punta a distruggere il ragionatore anziché distruggere il ragionamento. Mi chiede perché perdo anche tempo a rispondervi. Ora dirai che tu non fai parte di nessuna compagine, che non sei un disturbatore, che alle critiche rispondo con inspiegabile stizza e tutto il solito copione che mi sarei anche ben stufato di sentire. Quindi tante care cose.
Namasté.
P.s. qualsiasi commento che sia off topic e contenga allusioni, commenti e giudizi su di me e non sulla questione, verrà moderato. Qui fino a prova contraria nessuno vi obbliga a starci. Se non vi piace questo porto liberi di prendere il largo.
Guarda Camillo che mi hai frainteso. Se fai capire di conoscere come lavorano le major musicali, significa che ci hai a che fare, e non credo che un blog su Apple possa offrire molti spunti di contatto con il settore musicale. Tutto qui.
Mi dispiace che consideri i miei commenti come un disturbo, sono solo commenti ad un rumor.
gli iTunes LP secondo me sono ben fatti,potrebbero essere ancora meglio se fossero in formato lossless,voglio dire prima o poi Apple dovrà cominciare a vendere l’Apple Lossless o l’HD-AAC nell’iTunes Store credo.