Thumbplay, sito che si occupa della distribuzione di suonerie, ha annunciato un nuovo servizio di “music subscription”. Si tratta del classico schema “10$ per tutta la musica che vuoi” che in passato non ha mai avuto successo ma che curiosamente anche a questo giro ha convinto una firm di venture capitals ad investire qualche milioncino. La notizia non sarebbe certo di grande interesse di per se, soprattutto nel MacWeb, se non fosse che Thumbplay è riuscita a “rubare” ad Apple l’ingegnere del software Pablo Calamera, un dirigente che a Cupertino rivestiva il ruolo di Director nel team che si occupa dello sviluppo di MobileMe.
Thumbplay ha scelto Calamera per la grande esperienza nell’ambito della sincronizzazione di contenuti su piattaforme differenti su larga scala accumulata nel corso di 25 anni di carriera. Calamera ha lavorato per Danger (acquisita successivamente da Microsoft) poi presso WebTV e infine, nel corso degli ultimi dieci anni in quel di Cupertino, dove si è da sempre occupato delle piattaforme online di Apple (prima .Mac, poi MobileMe).
Sulla natura del nuovo servizio di Thumbplay non c’è molto da dire, se non che in passato questo tipo di offerte che gli americani chiamano “all you can eat” (ingozzatevi di musica quanto volete per qualche dollaro al mese), non hanno mai avuto grande fortuna. La nota dolente è sempre la solita: la musica non è scaricabile e archiviabile su un dispositivo ma è ascoltabile solamente in streaming. Per evitare che il servizio venga limitato da problemi di connessione da dispositivo mobile sarà possibile usufruire di un sistema di caching di alcuni brani.
Il problema di fondo rimane il solito, ovvero l’impossibilità di creare una propria “library” musicale. Se il meccanismo può funzionare perfettamente con i contenuti video (che possono essere facilmente “noleggiati”, comunque sulla base di un meccanismo “pay as you go”) altrettanto non si può dire della musica. Il concetto di possesso fisico, anche solo di un file, sembra rivestire ancora una discreta importanza per larga parte dell’utenza.
Da segnalare invece che Thumbplay punta molto al target dei possessori di Blackberry, un utenza che in passato i servizi simili hanno relativamente snobbato. Il primo applicativo per usufruire del servizio sarà disponibile proprio sugli smartphone di RIM. Applicazioni dedicate per iPhone e Android (e per PC e Mac) seguiranno a ruota nei prossimi mesi.