Final Cut, 40 licenziamenti a LA e Austin

Apple ha licenziato 40 elementi del team che si occupa dello sviluppo di Final Cut. I tagli hanno colpito i dipendenti delle sedi distaccate di Los Angeles e Austin. E’ quanto emerge dalla testimonianza di Pete Warden, ex membro del team di Final Cut, che ha comunicato la spiacevole notizia una settimana fa attraverso un messaggio sul suo account twitter.

Il Tweet è stato poi ripreso da AE Portal News e successivamente da CNet. Quella di Warden è l’unica testimonianza perché Apple non ha fatto sapere nulla, come da copione, su eventuali licenziamenti all’interno del team di Final Cut.

A quanto è dato sapere, Final Cut, di cui è uscita la versione 7 nel luglio scorso, se la passa alla grande e i profitti sono buoni. I tagli potrebbero dunque essere conseguenza di una ristrutturazione interna che ha colpito in particolar modo chi lavora in sedi distaccate.

Le fonti di Warden sarebbero proprio i suoi amici licenziati, ma è difficile confermare la veridicità del report a causa dell’impossibilità di verificare il dato anche con altre fonti. Ovviamente il silenzio di Apple contribuisce a rendere ancor più fumosa la questione.

Di fatto Warden, che adesso si occupa dello sviluppo di plugin per Adobe After Effects,  si è messo apertamente a fare pubblicità ai propri colleghi rimasti senza lavoro sul suo e su altri blog. “Se qualcuno nell’area di Los Angeles sta cercando dei creativi super-bravi, dei product managers o programmatori grafici” scrive Warden su AE Portal News “siete pregati di inviarmi una mail”.

I licenziamenti arrivano a breve distanza dall’inizio del NAB di Las Vegas, il più importante evento dedicato al broadcasting e ai professionisti del video, dove anche quest’anno però Apple non presenzierà. Se confermati, però, i tagli non devono far pensare necessariamente alla volontà di abbandonare Final Cut da parte di Apple.

Del resto, nota AE Portal News, anche Adobe ha lasciato a casa 600 persone nel 2008 e altri 680 nel 2009, in entrambi i casi un sorprendente 9% sul numero totale dei dipendenti.
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6 commenti su “Final Cut, 40 licenziamenti a LA e Austin”

  1. questa notizia potrebbe essere più amara di quanto sembri.. se la notizia fosse confermata e dietro questa decisione ci fosse la volontà di Apple di uscire a poco a poco da quest’ambito professionale di software video, saremmo di fronte ad un cambio epocale di pensiero e di filosofia Apple: “stop alla qualità e al supporto professionale se pur di nicchia di cinema, video, ecc, per far spazio ai guadagni più facili di iPod, iPhone (e iPad)”.. questo incrinerebbe drasticamente la storia del software dedicato a queste professionalità e l’evoluzione della società si discosterebbe da ciò che l’ha resa famosa per la qualità e l’affidabilità, ovvero l’uso proifessionale. Credo e spero fortemente, quindi, che non ci siano queste motivazioni dietro a questi presunti licenziamenti.

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  2. @ Frantz987:
    Non fasciamoci la testa. E’ ben difficile che Apple decida di fare una cosa del genere anche perché i profitti sono decisamente buoni. In più il legame fra i sofware professionali Apple e il cinema in particolar modo è molto stretto. Apple a Hollywood ha troppe amicizie importanti per pensare di poter abbandonare questo settore senza ripercussioni.
    Poi due cose:
    -sappiamo dei licenziamenti, ma non sapremo mai di nuove assunzioni. Nessuno ci dice che a fronte di 40 licenziamenti ci potrebbero essere state altre assunzioni.
    – sempre in quest’ottica può essere stata una semplice ristrutturazione. Del resto sono state due sedi distaccate ad essere state colpite dai tagli. In questo senso può dunque esserci stata una volontà di ottimizzare il lavoro (a spese di alcuni certamente, ma pur sempre al fine di migliorare l’efficienza, non ridurre l’impegno in questo campo).

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  3. @ Camillo Miller:
    verissimo, proprio per questo alla fine dicevo che anche io credo sia impossibile, era solo un pensiero uscito troppo velocemente. :) è che veramente non mi piacerebbe vedere Apple dedicarsi quasi esclusivamente ai giochini dell’app store.. ;)

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  4. A me pare che la svolta sul mercato mobile (iphone) sia coincisa con vari problemi hardware (vedi ultimi imac) e software (vedi ultimo aperture), non tiro in ballo tutto il resto che già conosciamo. Apple si è resa conto che conviene investire (e i guadagni gli danno ragione) sul conveniente mercato mobile, vedi anche iPad.
    Final Cut Pro non è un software professionale come lo si vuole far passare da convincenti campagne di marketing, basta vedere negli studi cosa viene usato per farsi un’idea che nel mercato video windows e taluni programmi solo per questa piattaforma sono i preferiti da chi ne fa il proprio lavoro.
    Di certo questo evidente abbandono potrà portare ancora soldi nelle casse di apple ma il giorno che le cose cambieranno non potrà più fare affidamento su chi ha investito e amato questo marchio.

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  5. Non sono per niente della stessa opinione.Dopo Aperture 3 ho di nuovo fiducia in Apple e nelle applicazioni professionali.Adesso manca “solo” il redesign del MacPro.Non credo che Apple voglia lasciare terreno ad Adobe e nemmeno che voglia riunciare ai Notevoli guadagni delle applicazioni professionali (quanti iPad deve vendere per ogni Logic o Final Cut o Mac pro..). Solo che hanno sempre quella segretezza che in questo ambito è a doppio taglio e permette ai concorrenti di seminare dubbi e cercare di mettere insicurezza nei clienti.Come è successo quando tutti,utenti di Lightroom in testa, davano per morto Aperture che nella versione 3 è stato compltamente riscritto in 64bit :-) Calma e gesso

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  6. poveri dipendenti. hanno sempre lavorato per “final cut”, e ora il “final cut” lo subiscono in prima persona. quando si dice crescere le serpi in seno..

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