App crackate: la risposta degli sviluppatori

Qualche giorno fa abbiamo trattato il tema delle App crackate, una piaga che toglie agli sviluppatori di App Store un’importante fetta di guadagno con tutte le implicazioni ad esso connesse: è ovvio a tutti che perdendo degli utili si è meno invogliati a continuare ad impegnarsi costantemente nello sviluppo.

Ci sono poi casi particolari, come quello di cui voglio parlarvi ora, in cui anche una App crackata è in grado di generare profitto. Come è possibile? Provando a schematizzare il tutto in due passaggi, sono necessari banner pubblicitari (magari generati ad hoc sulle versioni pirata) e la presenza della modalità “In-App Purchase” con cui tutti, pirati inclusi, vengono invogliati ad acquistare materiale aggiuntivo.

Quello che per i più bacchettoni può sembrare un paradosso, è realtà: anche coloro che utilizzano una App crackata sono pronti a spendere soldi per ottenere legalmente materiale aggiuntivo grazie agli acquisti “In-App“. Un esempio su tutti è quello di Tap Tap Revenge, il gioco che ha raggiunto 2,5 milioni di download in 2 mesi. Ben 1 milione era rappresentato da quelle “crackate”.

Tim O’Brien di Tapulous ha dichiarato che molti “pirati” hanno acquistato legalmente i contenuti di tipo “In-App”, dopo essere stati anche bombardati da annunci pubblicitari. È anche grazie a questa tipologia di utenza che Tapulous incassa circa 1 milione di dollari al mese attraverso App Store.

L’esempio riportato qui sopra è purtroppo uno dei pochi esempi di “App crackata in grado di generare profitto“: in altri sporadici casi la versione pirata genera semplicemente dei banner che, tramite le impression, permettono al developer frodato di ottenere un piccolo gruzzolo proprio grazie alla pubblicità.

L’esempio di Tapulous è talmente interessante da poter essere preso come spunto per un ipotetico scenario futuro. Immaginiamo un App Store formato solo da applicazioni gratuite che offrono contenuti “premium a pagamento” via “In-App Purchase”: potrebbe avere successo secondo voi?

5 commenti su “App crackate: la risposta degli sviluppatori”

  1. Non DEVE avere successo. Così tutto costerà almeno il doppio.
    Cmq gli sviluppatori Apple sono gli unici arrivati a chiedere l’elemosina tramite le proprie app :D

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  2. @ Light:
    secondo me potrebbe averlo.
    Ma cosa intendi con “gli sviluppatori Apple sono gli unici a chiedere l’elemosina tramite le proprie app.” ?

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  3. @ Vict90: esistono.. ma sono meno diffuse.. e stanno lavorando a dei sistemi per renderle sempre più sicure. comunque credo che i piccoli sviluppatori coi banner sulle copie pirata abbiano trovato un modo per riparare alle perdite.

    credo che non sia giusto piratare le applicazioni dei piccoli sviluppatori.. chi lo fa per le applicazioni delle software house multimilionarie.. beh.. li capisco. perchè chiunque non è un santo.. e come tutti ho materiale pirata.. anche se ultimamente sto fortemente rivalutando l’Open Source.

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  4. @ gianji:
    Guarda combattere la pirateria con sistemi sempre + sicuri è giusto, però devi considerare che come crescono i sistemi di sicurezza, crescono anche i sistemi per bypassarli. La cosa intelligente da fare è proprio quella descritta nel post e già adottata da centinaia di sviluppatori… usare dei mini banner che non danno fastidio all’utente finale, sia a chi compra un’app da pochi euro (che non può aspettarsi chissà che grandi cose), sia a chi la cracca. Penso sia questa la cosa giusta da fare.

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