Allarme bomba all’Apple Store di Staten Island (New York)

text edit bomba new york the apple lounge

Dopo l’11 settembre 2001 il mondo è cambiato. Gli Stati Uniti d’America, senza ombra di dubbio, sono quelli che più hanno risentito del crollo delle torri gemelle. Il rischio attentati è sempre alto e la guardia è sempre più o meno alta. Specie dopo qualche tentativo di attentato andato male negli ultimi tempi.

Che la guardia sia alta ce lo testimonia il fatto accaduto un paio di giorni fa, il 13/01/2010, nell’Apple Store dello Staten Island Mall (Staten Island, New York) da dove è stato lanciato un allarme bomba a causa di un documento elettronico lasciato su uno dei computer made in Cupertino esposti al pubblico. Fortunatamente, però, si trattava solo di uno “scherzo”.

Vediamo meglio di cosa si tratta dopo il salto.

Jason Barry, l’autore dello scherzo, non starà passando certo dei bei momenti. Specie se si considera il fatto che ha “solo” 17 anni. “Solo” per modo di dire visto che negli Stati Uniti, a 17 anni, la legge è severa quasi quanto quella riservata ai maggiorenni. E l’accusa, per Jason, non è delle più leggere, visto che è stato incriminato per minacce terroristiche.

Recatosi nell’Apple Store di Staten Island, il diciassettenne ha “ben pensato” di provare uno dei Mac esposti scrivendo su un file di testo una finta minaccia. Jason ha scritto, infatti, che avrebbe fatto esplodere una bomba in negozio con la quale avrebbe inflitto una “bloody death”, una morte sanguinosa. Ma Jason non si è limitato a questo. Ha anche firmato la rivendicazione usando il nome di un amico di suo padre.

Il caso ha voluto che uno scrupoloso dipendente dello negozio della Mela abbia notato il file incriminato sul Mac e, aprendolo, abbia letto la “minaccia” e abbia subito provveduto ad avvisare le autorità competenti. Ovviamente, visto l’alto rischio attentati, sono subito partite le indagini e la caccia all’uomo ha velocemente ricondotto al “povero” Jason che si è scusato dicendo che si trattava di uno scherzo. Resta il fatto che il ragazzo, adesso, deve rispondere delle accuse mosse contro di lui.

E voi avete mai fatto scherzi del genere? Mi auguro di no. E cosa ne pensate della condotta di Jason? Fatecelo sapere nei commenti.

[via]

7 commenti su “Allarme bomba all’Apple Store di Staten Island (New York)”

  1. Guardiamoci in faccia… se fosse successo qua in italia probabilmente il comesso se ne sarebbe altamente fregato pensano “se lo becco gliene dico 4 a sto coglioncello”… ma la verità non è che siamo noi troppo superficiali, ma loro americani che ormai hanno il terrore anche delle loro ombre (e ne è fulgido esempio il caso di qualche tempo fa che un polizziotto ha sparato ad un macbook pensando fosse una bomba)

    Rispondi
  2. ahahahaahahahahaahah “un amico di suo padre” !! che piccolo infame :D

    io il massimo disturbo che ho arrecato ad un apple store è stato quando mi sono messo a svariare con garage band, tastiera midi e casse potenti.. stavo componendo un pezzo veramente carino (stile das ich và..) fino a quando non è venuto un commesso a “pregarmi” di abbassare il volume :D

    Rispondi

Lascia un commento