Apple, il WSJ e i rumors diffusi ad arte

wall-street-journal-logo

Lunedì scorso un articolo pubblicato sul Wall Street Journal e firmato da Yukari Iwatani Kane e Geoffrey Fowler confermava l’esistenza del tablet di Apple e l’imminente lancio del dispositivo durante un evento previsto per il 27 gennaio. Secondo John Martellaro, ex Senior Marketing Manager di Apple, quell’articolo aveva tutta l’aria di una “imbeccata” da parte della divisione marketing di Apple, una sorta di “fuga di notizie controllata”. Quella di lasciar sfuggire qualche indicazione più o meno precisa a giornalisti fidati è una pratica rodata alla Apple anche se viene utilizzata con parsimonia e solo per ottenere dei precisi risultati.

La comunicazione di queste informazioni riservate lasciate volontariamente fuggire fuori dalla cortina di segretezza che ricopre qualsiasi cosa all’interno di Apple, avviene sempre direttamente fra un manager della divisione marketing e qualche giornalista di una testata fidata. Nel corso degli ultimi anni la pubblicazione fidata è sempre stata il Wall Street Journal. In particolar modo, come fa notare 9to5 Mac, è la giornalista Yukari Iwatani Kane che firma sempre questo tipo di articoli, mentre sistematicamente viene bypassato il capo redattore della sezione tecnologica, ovvero l’autorevole Walt Mossberg, la cui posizione di potente giornalista amico va tutelata il più possibile.

Martellaro spiega nel dettaglio come avviene questa “fuga di notizie controllata”. Uno dei big dà mandato ad un manager della divisione marketing di diffondere alcune informazioni. Questi chiama al telefono o incontra di persona il giornalista e si lascia sfuggire qualche particolare interessante, suggerendo velatamente che sarebbe buona cosa pubblicare quelle indiscrezioni.

La comunicazione non avviene mai per email, per non lasciare tracce che possano mettere in difficoltà Apple o il giornalista. In più i giornalisti imbeccati sono sempre due, di modo che nel caso qualche indiscrezione non dovesse avverarsi del tutto (magari perché Apple ha cambiato i propri piani o le informazioni non erano -volutamente- del tutto corrette) i due redattori possono fare reciproco scaricabarile e salvare la faccia.

Infine queste soffiate avvengono sistematicamente dopo la chiusura dei mercati, per evitare che la SEC possa sospettare Apple di insider trading. Anche in quel caso, pure se i giornalisti decidessero di distruggere carriera e reputazione e svelare il trucco, non c’è nulla di concreto che possa provare l’avvenuto scambio di informazioni.

In ogni caso, dice Martellaro, manipolare il prezzo delle azioni non è affatto uno degli obiettivi di Apple, è solo un positivo effetto collaterale. Nel caso specifico i possibili motivi della fuga di notizie sul tablet possono essere questi:

  • mettere fretta ad un possibile partner recalcitrante
  • lasciar passare l’idea di un prezzo attorno ai 1000$ per valutare le reazioni
  • lasciare nel panico o confondere un potenziale competitor di cui Apple sa qualcosa
  • aumentare le aspettative degli analisti e degli osservatori per essere sicuri che al presunto evento del 27 si presenti il giusto numero di persone e soprattutto si presentino le persone giuste.

Martellaro non ne fa menzione ma è possibile che il tempismo nella pubblicazione di queste indiscrezioni fosse studiato anche per rovinare (assieme all’annuncio dei 3 miliardi di download da App Store) la festa di Google, che il giorno dopo (martedì 5) avrebbe presentato il suo anti-iPhone, il Nexus One. Oppure anche per far si che al CES, l’evento di Las Vegas dedicato all’elettronica di consumo, l’iSlate possa già essere l’elefante rosa nel salotto di tutti i produttori che presenteranno un dispositivo tablet.
[via]

7 commenti su “Apple, il WSJ e i rumors diffusi ad arte”

  1. altro che le famose 4 leve (o più) del marketing che insegnano da noi all’università: qui siamo un miliardo di anni luce avanti!

    Rispondi
  2. micbru dice:

    altro che le famose 4 leve (o più) del marketing che insegnano da noi all’università: qui siamo un miliardo di anni luce avanti!

    Il marketing è strategia basarsi solo sulle 4p limita troppo il raggio di azione,
    diciamo che sono un punto di partenza ma poi bisogna saper giocare bene sul mercato.

    Sinceramente non mi stupisco anzi la trovo una cosa naturale fare un pò di sano Viral (che tanto va di moda) sui giornali :P

    Rispondi
  3. non si esce dalle “4 P” neanche in questo caso, questa è “Promotion” e, in particolare “publicity” quindi niente di nuovo sotto il sole. Di certo Apple fa il marketing più efficace del settore, doveroso riconoscere il merito, ma chi ci vede qualcosa che sia fuori dallo schema delle 4P dovrebbe (ri)prendere in mano un buon testo di marketing…

    Rispondi
  4. @ Charlie Parker:

    Ovvio che non si esce dalle 4 P
    il mio era un discorso un po più ampio e nello specifico: queste tecniche (mi riferisco non al mktg virale, ma a quanto descritto nell’articolo) non sono certo qualcosa che nelle ns università vengono insegnate
    probabilmente in nessuna università al mondo…
    ma questo è il livello dell’applicazione del mktg oggi e tutti coloro (non io) che si occupano di mktg dovrebbero imparare ad utilizzare.
    invece mi sembra che in giro l’applicazione sià quanto scritto nei vari manuali e basta, nulla di nuovo.

    Rispondi
  5. Charlie Parker dice:

    non si esce dalle “4 P” neanche in questo caso, questa è “Promotion” e, in particolare “publicity” quindi niente di nuovo sotto il sole.

    è ovviamente un’ ottima implementazione della leva promotion/publicity.

    Questa di far uscire indiscrezioni mirate sul wsj non è nemmeno troppo fantasiosa come hai accennato tu siamo alla base di una buona strategia.

    Rispondi

Lascia un commento