La U.S. Chamber of Commerce risponde ad Apple

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Qualche giorno fa Apple ha deciso di revocare la propria adesione alla U.S: Chamber Of Commerce, organizzazione no-profit a difesa degli interessi dei business owner statunitensi, grandi e piccoli. La colpa della Chamber, secondo l’azienda di Cupertino, è quella di aver assunto una posizione avversa nei confronti delle nuove normative ambientali sostenute dall’EPA, l’agenzia per la protezione ambientale americana.

La risposta ufficiale dell’ente di rappresentanza è stata fornita dal presidente della Chamber of Commerce, Tom Donohue, che non ha risparmiato una sonora bordata rispondendo con una lettera indirizzata al CEO di Apple, Steve Jobs:

“E’ un peccato che la sua compagnia non abbia preso tempo per capire la posizione della Chamber sul clima e abbia deciso di declinare l’opportunità di avanzare un approccio al cambiamento climatico degno del ventunesimo secolo”.

Guarda caso le posizioni della Chamber sono decisamente differenti da quelle dell’amministrazione Obama, che secondo Donohue impongono limiti all’emissione di gas serra tali da “causare la perdita del lavoro degli americani, spostando le emissioni oltreoceano, negando potenziali benefici sul clima”.

Si tratta, in sostanza, di una storia già sentita, e purtroppo non solamente negli Stati Uniti: inutile limitare fortemente le emissioni domestiche di gas serra. In questo modo ne risentirà solo la produzione interna, mentre in Cina e in altri paesi d’oltreoceano, appunto, continueranno a produrre molto di più emettendo CO2 a go-go, senza neanche troppi sensi di colpa.

Una risposta così stizzita indica che la defezione di Apple non ha mancato di suscitare sentimenti forti all’interno della Chamber, un organizzazione che, nonostante rappresenti più di 300 milioni di imprese, ha subito un duro colpo d’immagine dalla recente querelle con Apple.

L’addio da parte di Jobs e Co. non è un caso isolato. Seppur in maniera meno teatrale anche altre aziende importanti hanno lasciato l’organizzazione sulla base delle recenti posizioni prese sulla questione climatica. Segno che sull’argomento nell’ambito industriale americano ci sono punti di vista differenti che la voce di un singolo rappresentate non può testimoniare univocamente.

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