A seguito di una denuncia presentata nei giorni scorsi da due cittadini dello Utah, Apple ha ritirato dai punti vendita Starbucks nordamericani le promo-card iTunes Store. Le tessere promozionali permettono di pagare alla cassa della caffetteria l’importo di uno specifico prodotto che potrà essere scaricato successivamente dallo store online di Apple. James e Marguerite Driessen, i due autori della denuncia, sostengono che il processo commerciale sfruttato da Apple e Starbucks viola palesemente il loro brevetto del metodo “RPOS” – “Retail Point Of Sales apparatus for Internet merchandising”.
L’ azienda di Cupertino è il principale accusato, mentre secondo gli avvocati dei Driessen, Starbucks sarebbe solamente complice dell’irregolarità. L’obiettivo dei detentori del brevetto, oltre alla volontà di ottenere un risarcimento, è probabilmente quello di costringere Apple a pagare sonoramente la licenza per l’utilizzo del metodo RPOS.
I Driessen hanno inoltrato la pratica per la registrazione del processo commerciale al centro della diatriba nel 2000 e l’U.S. Patent Office ha emesso formalmente il brevetto nel 2006. Apple ha sviluppato nel frattempo un proprio metodo per la distribuzione delle iTunes Custom Card. A differenza di altri tipi di card prepagate, le tessere distribuite da Apple presso le caffetterie della catena Starbucks sono delle vere e proprie Digital Release che permettono di acquistare uno specifico album (e della rispettiva cover) del catalogo iTunes Store.
Proprio questo concetto, ovvero l’acquisto di un bene specifico, è presumibilmente il nocciolo della contestazione dei due cittadini dello Utah. Le normali gift-card prepagate per gli acquisti internet offerte da quasi tutte le grandi catene commerciali permettono di acquistare genericamente un credito per l’acquisto di qualsiasi prodotto dai rispettivi online stores. Tuttavia il brevetto dei Driessen non entra troppo nello specifico su questo punto ed è quindi poco chiaro se alla base della decisione di denunciare Apple & Starbucks -e non un qualsiasi altro brand- ci sia la volontà di perseguire l’utilizzo indebito del metodo della Digital Release, oppure l’intenzione di stabilire un precedente legale di rilievo per procedere ad un successivo tentativo di richiesta danni a più ampio raggio.
Sempre secondo gli avvocati dei Driessen Apple avrebbe cercato di aggirare intenzionalmente il brevetto, aggravando la propria posizione, suggerendo ai clienti la possibilità di procedere alla conversione della card direttamente attraverso l’iTunes WiFi Store accessibile dai punti vendita Starbucks, senza la necessità per l’utente di procedere da casa all’acquisto.
Apple non ha rilasciato alcun tipo di commento e si è limitata al ritiro delle iTunes Card dalle caffetterie statunitensi della catena (ma non dagli Starbucks inglesi), in attesa dei futuri sviluppi della vicenda processuale. La denuncia non sembra fondata su accuse vincenti e Apple, azienda quantomai attenta a brevettare praticamente qualsiasi idea, metodo e procedura, potrebbe affermare di aver operato secondo uno schema descritto in una richiesta di brevetto alternativa di propria ideazione. In ogni caso i legali di Cupertino devono procedere con i piedi di piombo per evitare eventuali errori che costerebbero ad Apple la rinuncia ad un prodotto decisamente strategico la pubblicizzazione e la diffusione del marchio iTunes Store.