Suicidio Foxconn: 31.000€ di risarcimento alla famiglia

Quanto vale la vita di un lavoratore cinese? La vita di uno di quei ligi soldatini che con il proprio lavoro, in cambio di uno stipendio che in Europa o negli U.S.A. non esiteremmo a definire “da fame”, permette a noi occidentali di comperare prodotti elettronici all’avanguardia a prezzi che non potrebbero mai essere così bassi se non implicassero una catena di sfruttamento che ci viene tenuta oculatamente nascosta e spesso ignoriamo del tutto?

La domanda dobbiamo porcela, ora che i dirigenti della fabbrica della Foxconn di Shenzen hanno già dato la loro risposta. Alla famiglia di Sun Danyong, il dipendente dell’azienda morto suicida dopo la sparizione di uno dei prototipi di iPhone che gli erano stati affidati, la Foxconn ha corrisposto un risarcimento di 300.000 renminbi, ovvero circa 31.000€. Alla fidanzata del povero Danyong l’azienda ha offerto un Mac in regalo. 

A fare nuova luce sulla triste vicenda è un dettagliato articolo del New York Times, da cui emergono anche nuovi particolari sull’accaduto. Prima di morire Danyong si sarebbe lamentato con alcuni amici del trattamento subìto dagli agenti della sicurezza di Foxconn, che lo avrebbero minacciato e picchiato.

In compenso la Foxconn, con una dichiarazione che lascia ulteriormente trapelare quanto Sun Danyong fosse per l’azienda solamente un minuscolo ingranaggio di quella metropoli industriale che è il distretto Hon Hai di Shenzen, ha fatto sapere che in passato il dipendente aveva già dato problemi, perdendo altri prototipi (poi ritrovati) e dunque mettendo in difficoltà l’azienda di fronte ai committenti occidentali.

Anche se così fosse, come si può pensare che un tale motivo sia sufficiente a giustificare il suicidio di un ragazzo di 25 anni? Quella di Sun Danyong è una storia tipica, che molti altri operai sicuramente condividono. Nato in una famiglia particolarmente povera in un piccolo villaggio delle montagne, dopo la fine degli studi è stato assunto dalla Foxconn e abitava, come tutti i colleghi, in uno degli imponenti dormitori della città operaia.

I riflettori puntati su Foxconn e sui presunti abuso dei diritti dei lavoratori perpetrati negli stabilimenti di Shenzen non accennano a spegnersi.

China Labor Watch, una ONG che si occupa di tenere sotto controllo le condizioni di lavoro delle fabbriche cinesi (ma ha sede a New York), sostiene che la morte di Sun Danyong sia da attribuire al “sistema di gestione inumano e militaresco di Foxconn, che non si cura del fondamentale rispetto dei diritti umani”.

Il portavoce dell’azienda respinge comprensibilmente ogni accusa, invitando i giornalisti a visitare gli alloggi dei dipendenti e le fabbriche (come se gestire un comprensorio di più di 200.000 lavoratori accalcati in una città dormitorio non fosse già di per sé inumano), nel tentativo di limitare i danni all’immagine della multinazionale.

Il caso ha scosso l’opinione pubblica locale mentre i media occidentali seguono il caso come possono. Ci arrivano echi affievoliti dalle difficoltà linguistiche, filtrati dai pochi inviati che si occupano attivamente di questa parte di mondo, dove milioni persone fanno nascere i prodotti che alimentano il consumismo  occidentale.

8 commenti su “Suicidio Foxconn: 31.000€ di risarcimento alla famiglia”

  1. @ Marco Vassalli:
    beh son 15 anni di lavoro per un operaio cinese… e sapendo come son le leggi in cina sono stati pure fortunati..

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  2. @ permissiondenied:
    “sono tantissimi soldi”… e allora? forse lo sono per una famiglia povera cinese, ma per la Foxconn? quanti sono per la Foxconn 31,000€? niente。e la vita di un giovane, non ha comunque un prezzo, basso o alto。ma provate un attimo a mettervi nei panni di quella ragazza: il tuo fidanzato muore suicida per colpa del trattamento disumano subìto dagli agenti della società presso cui lavora, vieni a saperlo e, come una sorta di risarcimento, di sostituzione di quella persona che amavi, ti viene dato: un computer。

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  3. @ Stefano :
    forse non hai capito il senso di quello che ho detto, è giusto quello che dici ma in cina la vita non vale pochissimo… il mio discorso è riferito per dire che in cina i lavoratori vengono trattati molto peggio purtroppo. Non esistono i diritti dell’uomo, è giustissimo quello che dici ma ti ripeto dal paese in cui è successo il fatto non ci dovrebbe ne anche stupire purtroppo. Vabè poi che lìApple ha regalato un mac hai ragione pure, non cosa gli frulla in testa all’Apple in certi momenti. Ma ti ripeto per l’ultima volta che in cina le persone vengono trattati come animali in qualsiasi contesto che si trovano in quella sotto specie di società cinese, in cui l’unica cosa che devi fare è obbedire agli ordine e di subire indottrinamento politico continuo

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  4. Penso che sia stata la Foxcon a proporre in regalo il Mac alla povera ragazza…. 31000€… la vita di un ragazzo…. ma stiamo scherzando? Non bastano tutti i soldi dell’azienda per risarcire la morte di un figlio! Vergogna BONZI!!!

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