Innanzitutto i nostri complimenti per la Vs. geniale trovata. Da dove nasce l’intuizione di richiamare nella sigla grafica il comportamento di un iPhone? Forse chi ha avuto questa idea è un (felice) possessore di un telefonino della Mela?
In realtà l’idea non è partita da noi, ci è stata proposta come spunto da Carlo della Gialappa’s (il felice possessore cui facevate riferimento!). Il progetto è stato portato avanti da Cicciotun in associazione con Francesco Angeli. Insieme, dopo aver considerato diverse strade creative, abbiamo deciso di rafforzare l’idea di una tecnologia “touch” abbinandola all’immagine già consolidata del dito nell’occhio, icona della precedente edizione di “Mai dire Grande fratello”. È stato così possibile mantenere una continuità col passato, introducendo tuttavia una veste grafica più moderna, attuale.
Nel vostro lavoro di tutti i giorni quali sono i sistemi operativi di cui più frequentemente fate uso per la grafica e l’animazione? E perchè li preferite agli altri?
La scelta del sistema operativo è secondaria, nel nostro caso. Ormai i software che utilizziamo sono supportati da diversi sistemi operativi. La preferenza è dettata dall’abitudine e dalla funzionalità. Inoltre nel nostro lavoro, diversamente da quanto si creda, il computer svolge un ruolo accessorio, nel senso che si parte sempre da un’idea disegnata su carta. In base alla tecnica utilizzata (animazione tradizionale, vettoriale, 3D, stop-motion, motion graphic ecc.) il computer viene utilizzato in misura più o meno predominante, ma sempre e comunque come uno strumento, in grado di velocizzare alcune parti della produzione, mai di sostituire l’intero processo creativo.
La Vs. azienda produce e realizza film in cinema d’azione, ma è anche specializzata nel settore pubblicitario. Se Steve Jobs vi commissionasse una campagna pubblicitaria per il lancio dell’iPhone in Italia, quale idea usereste per irrompere nelle case degli italiani?
L’ipotesi pare molto improbabile! Comunque, per trovare un’idea creativa, avremmo bisogno di un po’ più di materiale… possibilmente anche di qualche iPhone!
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Pensate che affidarsi alla creatività nel mercato massificato di oggi sia un’idea troppo romantica o siete d’accordo con la politica di Apple di puntare su prodotti di qualità maggiore, anche se questo significa restringere il target, piuttosto che su un mercato diffuso come invece fa Microsoft?
Secondo noi la creatività non è in antitesi con la massa. La gente è più intelligente e romantica di quanto si pensi ed è sicuramente in grado di apprezzare sia una buona idea che un buon prodotto. Probabilmente, per un’azienda come Apple o Microsoft, la cosa migliore sarebbe conciliare qualità e fruibilità, in modo che tutti possano avere accesso a un prodotto valido. L’attenzione al target è molto importante, chi fa pubblicità lo sa: questo non significa proporre un prodotto mediocre per allargare il mercato, significa adottare una politica aziendale che permetta a tutti di poter acquistare prodotti qualitativamente alti. Siamo noi aziende che creiamo il gusto delle persone, con i nostri prodotti tangibili o virtuali. L’educazione del target alla qualità e alla creatività è compito nostro.
Considerando che il mondo della produzione informatica così come quello cinematografico ha bisogno di rinnovata creatività, vi è mai capitato di perdere qualche prezioso collaboratore, “rapito” dalla vostra “isola che non c’è” da un freddo “Capitan Uncino” al timone di un’azienda informatica?
Fortunatamente sulla nostra “isola che non c’è” Capitan Uncino non è così potente. I collaboratori a volte si allontanano, si avventurano in altri posti talvolta lontani, ma sempre volontariamente e con un’ancora gettata nella nostra direzione. Ogni nostro collaboratore è stato prezioso e, nella maggior parte dei casi, continua ad esserlo pur seguendo la sua personale rotta.
Voi nella realizzazione dei vostri prodotti cinematografici vi affidate all’utilizzo dei materiali più disparati (dal pongo al legno, fino alle pezze), dimostrando che con “poco” si può fare “molto”. Se poteste dare una “dritta” a Steve Jobs, pensate che nella proposta di un prodotto sia più necessario trasmettere un’idea di “solidità” o di “fantasia”?
Il pubblico necessita di entrambe le componenti. Una fantasia che non abbia basi concrete non può essere condivisa; è quando essa parte dall’uomo, dall’esperienza e dai sogni che condivide con gli altri uomini, che diventa universale. Nel cinema d’animazione fantasia e realtà si fondono e traggono forza l’una dall’altra: il mondo creato dal cinema d’animazione, per quanto fantastico appaia, affonda sempre le radici nel mondo reale, nell’esperienza umana dell’animatore che si nasconde dietro al personaggio. Il pubblico percepisce la realtà che sta dietro alla fantasia e si sente sicuro e capito, crede alla magia perché ha degli elementi che egli riconosce come veri e appartenenti sia al mondo fantastico che al mondo reale in cui vive.
Questo a livello di contenuto. Anche dal punto di vista formale, tuttavia, il discorso non cambia: l’animazione non esiste se non nel mondo virtuale del movimento sequenziale di disegni o fotogrammi. Qualcosa di intangibile dunque, che parte da qualcosa di estremamente solido e concreto: la matita sulla carta, il pongo, la pellicola, le mani dell’animatore ecc. Questa concretezza rende tutto più vero, caldo, vicino a chi guarda e alla sua fantasia. E questo permette di instaurare una comunicazione forte.
A proposito di materiali vi siete mai imbattuti in esigenze di produzione o vincoli legali a seconda del luogo in cui operavate? E come vi siete comportati? La Apple ad esempio nella querelle che l’ha vista avversa a Greenpeace si è prestata a piegare esigenze di produzione con le richieste degli ambientalisti sostituendo materiali nocivi quali PVC, composti brominati, etc.
Fortunatamente non ci è mai capitata una situazione simile, i materiali che utilizziamo sono sostanzialmente innocui. Anche nel nostro settore esistono comunque delle regole che vanno rispettate, per quanto a volte possano essere scomode o poco condivisibili.
Nella vostra attività seguite ogni fase della realizzazione cinematografica. In base alla vostra esperienza nel settore, credete che l’idea di Apple di proporre il noleggio di film e serie televisive via web attraverso iTunes potrebbe rivelarsi vincente anche qui in Italia?
In realtà, non sempre ci occupiamo dell’intera produzione di un film, ci capita anche di realizzarne soltanto delle parti. In ogni caso non è mai la produzione completa di lungometraggi animati per la diffusione cinematografica. Che si tratti di un cortometraggio, di una sigla o di uno spot, comunque, la nostra attività si limita alla produzione, non alla distribuzione; pertanto saremmo in grado di rispondere alla domanda solo a titolo personale, non in base alla nostra esperienza professionale.
Il vostro prodotto, così come un pc, una volta sul mercato, è sottoposto ad una serie di critiche trasversali, da quelle del semplice spettatore a quelle dell’esperto cinematografico-pubblicitario. In tal senso la vostra attività si vale di una campana di vetro che vi ripara da questo tipo di critiche o preferite aprirvi ai nuovi spunti provenienti ad esempio dalla blogosfera? Il sogno di theAppleLounge, in fondo, sarebbe quello di incanalare le esigenze di un utente comune al cospetto dell’azienda leader e fare della blogosfera un innovativo tramite che giovi al mercato.
Le critiche del pubblico, come i giudizi positivi, sono sempre utili per capire se la comunicazione è stata efficace. Noi, come molti, non siamo esenti da questo meccanismo e crediamo che avere un riscontro diretto sia importante per crescere.
Noi stessi e i nostri più stretti collaboratori siamo i primi critici del nostro lavoro e, spesso, i più severi. Qualunque commento esterno, purché motivato e intelligente, non può che essere gradito.
Ci raccontate la più bella esperienza creativa che avete finora realizzato in questi quasi dieci anni di vita? E cosa volete riservarci per il futuro?
È difficile rispondere, ogni lavoro lascia molti ricordi piacevoli e spiacevoli nella nostra memoria. Sicuramente le esperienze creative migliori sono quelle, rare e preziose, in cui abbiamo potuto godere di maggiore libertà: pensiamo in particolare ai cortometraggi autoprodotti, in cui l’obiettivo non è la vendita di un prodotto ma la sperimentazione, il desiderio di raccontare una storia, di mettersi alla prova, insieme, per realizzare qualcosa da mostrare con orgoglio a tutti.
Nella nostra esperienza come Cicciotun abbiamo realizzato diversi cortometraggi di questo tipo, con tecniche diverse.
Uno dei nostri progetti più ambiti per il futuro è la realizzazione di un cortometraggio in stop-motion. È la tecnica più laboriosa e costosa del cinema d’animazione, dove tutto deve essere previsto, costruito e pianificato. Il movimento si ottiene montando in sequenza una serie di scatti fotografici, realizzati su un set reale con pupazzi animati a mano. Per ora resta un sogno nel cassetto, ma la storia è già lì pronta…
[intervista a cura di Maurizio Masciavè e Paolo Petrone]
Video (peraltro molto divertente) tratto da YouTube.
Puntata di “Mai dire Grande Fratello” del 24/01/2008.
Nell’immagine la sigla grafica riproduce l’interfaccia “touch” dell’iPhone.
Nell’immagine la sigla grafica riproduce l’interfaccia “touch” dell’iPhone.
piú che iPhone, é un iPod touch :D si vede dai bordi
E’ vero… cmq i Gialappi hanno avuto una bella idea… Ciao! :D