iFart Mobile: le puzzette rivoluzionano App Store?

Questi giorni di festa sono dedicati generalmente alla famiglia e alle cosiddette “abbuffate natalizie” e spesso, proprio per questo clima rilassante, non si ha voglia di approfondire determinati argomenti. Proprio in questa ottica (e per non farvi perdere le sane abitudini) oggi vorrei proporvi una veloce riflessione, giusto un pensiero su una App che sta “rivoluzionando” App Store. Chi ha dimestichezza con l’inglese avrà da subito capito cosa permette di fare iFart Mobile: riproduce il suono delle puzzette. Si, proprio quello che noi da bambini (ma anche ora che siamo grandicelli) riproducevamo con la bocca per prenderci gioco di qualcuno. Ecco, ora che le puzzette sono diventate addirittura touch e che iFart Mobile vende migliaia di copie rivoluzionando App Store non è più possibile dire che il negozio virtuale di Apple non sia una “democrazia universale”. Ma siamo sicuri che iFart Mobile sia davvero una rivoluzione?

Ho promesso di essere veloce e così sarà: non voglio tediarvi a lungo tra una fetta di Pandoro e una di Panettone. Andiamo al sodo e vediamo le statistiche di vendita. Solo nel giorno di Natale, iFart Mobile ha venduto 38927 copie che, al netto delle tasse e del “pizzo” ad Apple, diventano circa 27200 Dollari. Tutto questo in un giorno. Incredibile.

Tanto di cappello al team di sviluppo a partire da chi ha pensato di realizzare iFart Mobile, passando per quello che “fisicamente” ha prodotto i suoni per finire con chi ha compilato l’App. Incredibile.

No, non sono invidioso di questo successo: in realtà sono scioccato e, sotto sotto, un pochetto triste. In App Store ci sono programmi realmente validi, giochi impressionanti per quello che alla fine è un telefono cellulare e ci sono idee geniali purtroppo non capite a fondo. Invece vincono le puzzette.

Conosco sviluppatori che, sebbene non sviluppino App per iPhone e iPod touch per fare soldi, sarebbero più che felici di avere un introito totale pari a quello che iFart Mobile ha generato nel solo giorno di Natale. Invece vincono le puzzette.

Apple, che in principio si era opposta ad applicazioni di questo tipo, si è arresa prevedendo magari già questi incassi record per l’interesse che iFart Mobile e soci avrebbero potuto generare. Forse il primo “niet” è stato solo un atto pubblicitario e il fatto che 40000 persone durante il giorno di Natale abbiano acquistato iFart Mobile è solo uno “sfogo libertario” da parte dell’utenza.

Ma… cosa saranno mai 40000 persone sui più di 25-30 milioni di possessori di iPhone  e iPod touch? Mettiamo che in totale iFart Mobile sia stata acquistata, esagerando, da 150000 utenti: è sicuramente l’App più venduta nel periodo natalizio e quella più ricercata negli USA ma è relativamente poco presente rispetto a tutta l’utenza.

Per fortuna le puzzette non hanno vinto. Per ora.

17 commenti su “iFart Mobile: le puzzette rivoluzionano App Store?”

  1. Sai perchè vincono le puzzette? Perché blog di quart’ordine fanno loro pubblicità. Io non sapevo dell’esistenza di questa “applicazione” ma adesso che me l’hai detto farò di tutto per dimenticarmene. Invece di recensire applicazioni utili scrivete ste cazzate…. vergona. Cambiate il nome al blog che è meglio….. ti dò un suggerimento visto che gradisci il genenere:

    THE FART LOUNGE

    mi sembra perfetto

    Rispondi
  2. @ Lord_Nemesi:
    a parte la provocazione, che mi sta benissimo, vorrei che rileggessi bene l’articolo e se mi sono espresso male (magari troppo pandoro in corpo) cercherò di spiegarmi qui.
    È pazzesco che una App del genere venda così tanto: come scritto sopra sono scioccato. Mi sono rifiutato di acquistarla per principio: non leggi infatti la recensione bensì un commento secco.

    È assurdo che una App del genere sia ai vertici nello store USA ma questo articolo è funzionale a una mia teoria: in App Store vince l’idea e non il brand. Se agli “ammerigani” piacciono le puzzette, lasciamogliele tutte ma per fortuna (come poi scritto sopra) è un fenomeno limitato che i blog esteri riprendono come rivoluzione. Una rivoluzione che non c’è perché i numeri parlano da soli.

    ;-)

    Rispondi
  3. @Michele:

    Il problema IMHI è ben un’altro… io non ho nulla contro la tua opinione che peraltro condivido, quello che mi fa imbestialire è che abbiate deciso di pubblicare questo articolo. Ti spiego perchè: dare visibilità ad una stupidaggine di questo tipo è, IMHO, un pessimo modo di fare giornalismo. Ogni due persone dotate di cerebro che leggendo il tuo pezzo si schifano, ce ne sono 100 che esclamano “Bello l’iPhone che scoreggia” e giù a scaricare iFart Mobile. In USA le cose non sono diverse, anche da quelle parti i pochi normali hanno storto il naso, mentre la massa degli imbecilli ha scaricato. Ecco spiegati i 27.200 $.
    Credo fermamente che per porcherie del genere la miglior cosa sia l’indifferenza. Buona serata

    Lord Nemesi

    Rispondi
  4. @ Lord_Nemesi:
    Premetto che secondo me questo è un blog di buon livello con una redazione composta da persone competenti e ciò si riflette sull’utenza che, almeno nella maggior parte dei casi, è di buon livello (capacità di coniugare i congiuntivi, opinioni intelligenti, discussioni ben argomentate, ecc.) dotata della capacità di discernere le notizie e le opinioni altrui (non un gregge insomma). Detto ciò ritengo che questo non sia “un cattivo modo di fare giornalismo” ma bensì il “fare giornalismo”: ogni notizia va riportata, a prescindere dalla sua natura, e va affiancata, dove possibile, ad un’analisi coerente (come mi sembra sia stato sempre fatto, più o meno), poi il fatto che qualcuno abbia pareri divergenti da quello dell’autore è normale e giusto, per questo esistono i commenti. Spesso si dice “nei telegiornali si parla solo di omicidi, allora tutti lo diventano”, concordo sul fatto che nei tg si cerchi più il clamore e lo scoop rispetto alla notizia in se, ma è anche vero che se si inizia a “censurare” le notizie finiremmo per avere un’informazione pilotata (non che adesso siamo messi molto bene, aggiungo).

    Rispondi
  5. @ Della:

    Ti sei giocato tutta la tesi dei lettori in grado di mettere due parole insieme con “ma bensì”… ;)

    Rispondi
  6. @ Stronzetto:
    L’accademia della Crusca (spero tu sappia cosa sia, altrimenti http://www.accademiadellacrusca.it) ha la seguente opinione sul mio “ma bensì”:
    “Per chiarezza si può subito anticipare che l’incontro delle due congiunzioni ma però (e di ma bensì) non è da condannare, a dispetto di quanto sostenuto da una certa tradizione grammaticale e spesso dall’educazione scolastica. […] “

    Rispondi
  7. Scusa Lord Nemesi, ma sinceramente il tuo mi sembra un commento fuori luogo: se leggo questo blog è per avere informazioni, non per essere “pilotata” verso applicazioni che secondo l’articolista valgono o meno la pena di essere recensite. Questo non è un blog di pubblicità per le applicazioni, ma di recensioni e notizie. iFart è conosciuta ed è ovvio che ci siano molti lettori interessati a sapere del perchè è diventata un “fenomeno” ed è quindi altrettanto ovvio che un giornalista di scriva qualcosa su. Se poi ci sono dei lettori che hanno voglia di spendere soldi per app di questo genere, che dire, cavoli loro.
    Se tu fossi fra gli sviluppatori della App non credo parleresti così. ;-)

    Tornando al tema principale dell’articolo: non spenderei nemmeno un centesimo per un applicazione del genere, possiedo già un fidanzato.

    Rispondi
  8. maddai non recensite ste caccate, che poi gli anti-iphone invidiosi tireranno in ballo anche sta applicazione per screditare l’iphone.

    Rispondi
  9. Michele

    Primo: non si è parlato di rivoluzione, si è detto che l’idea giusta può darti 9,000 $ al giorno. iFart sta continuando a vendere bene anche in questi giorni e venderà benissimo anche in Italia. È un po inutile imho fare i moralizzatori.

    Secondo: Apple non ha mai posto veti per applicazioni così. O comunque precedenti non ce ne sono. Su cose di sesso o altro si ma su cose di questo tipo no.

    Terzo: imho scrivere PIZZO è un bel pò vergognoso. Non lo dico per fare polemica ma lo scrivo perché se una persona lo scrive essendo conscia di che cosa veramente significa quella parola nella vita reale (e insanguinata) e che il 30% è tra l’altro una percentuale di tutto rispetto in confronto a molte altre situazioni similari ALLORA secondo me c’è abbastanza di che vergognarsi. Altrimenti è solo ignoranza e la prossima volta QUEL termine verrà intelligentemente evitato. Ho il sospetto che questi termini vengano usati per far vedere che si va anche contro Apple tanto per imbuonirsi l’utenza cui Apple non sta così simpatica di modo da attrarla direttamente. Sono mie opinioni e non la verità assoluta, Fi tengo a precisarlo. Dopodiché così la penso e rimarrà la mia opinione anche dopo l’eventuale risposta a questo commento.

    Quarto: ho scritto tutto questo messaggio dall’iPod touch.

    Buone feste a tutti

    Rispondi
  10. @Mirkojax
    Complimenti per l’inutile post, il tuo contributo alla discussione è stato di altissimo livello…. direi al pari di iFart.

    @Della
    You wrote:
    “Spesso si dice “nei telegiornali si parla solo di omicidi, allora tutti lo diventano”, concordo sul fatto che nei tg si cerchi più il clamore e lo scoop rispetto alla notizia in se, ma è anche vero che se si inizia a “censurare” le notizie finiremmo per avere un’informazione pilotata (non che adesso siamo messi molto bene, aggiungo).”

    In generale sono d’accordo con quello che hai scritto, ma questo principio non è universalmnente applicabile. Non c’è bisogno di pubblicare per forza una notizia al giorno a volte, come già detto, è meglio rimanere indifferenti. Certo il profilo richiesto da The Apple Lounge per i nuovi inserzionisti richiede un impegno assurdo in termini di numero di articoli per settimana, ma questo è ancora un altro discorso… o forse no?

    @Minerva:
    You wrote:
    “Scusa Lord Nemesi, ma sinceramente il tuo mi sembra un commento fuori luogo: se leggo questo blog è per avere informazioni, non per essere “pilotata” verso applicazioni che secondo l’articolista valgono o meno la pena di essere recensite.”

    Non è questione di essere pilotata, ma piuttosto di essere informata. Quando leggi delle notizie è per informarti su un argomento o per approfondire l’argomento stesso. Giusto? Spero sarai d’accordo con me che in materia di scoregge, o di quotazione delle stesse, nessuno ha bisogno di delucidazioni. Inoltre a me, e alle persone che conosco e frequento, non sarebbe mai venuto in mente di sviluppare una simile amenità…. però visto la resa di iFart, quasi quasi sviluppo “iBurp” ;)

    Buona giornata

    Rispondi
  11. @ Lord Nemesi:
    per lo meno io non vado in giro a blaterare e consigliare all’ “indifferenza”
    sai no come funziona un blog, piu’ commenti ci sono e piu’ l’articolo diventa famoso,
    Mi sa che i produttore di iFart te ne sono riconoscenti, magari ti manderanno pure una copia omaggio!!

    Rispondi

Lascia un commento